Corpo macchina

Recensione - Test della Fujifilm X-E1, sorellina della X-Pro1 senza troppi timori reverenziali. Restituisce una qualità superiore a quella di molte reflex in un corpo più compatto ed economico. La soluzione ideale?

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a cura di Tom's Hardware

Corpo macchina

La X-E1 riprende ovviamente molto dalla sorella maggiore, proponendo lo stesso modo d'uso un po' "old style" basato su ghiere meccaniche e comandi fisici che, però, ben si sposano con la parte più digitale della fotocamera.

La prima cosa che si nota, ricordando la Pro1, sono le dimensioni e il peso sensibilmente inferiori: 11 mm in meno di larghezza e 100 grammi in meno sulla bilancia si percepiscono chiaramente. L'uso di metallo in punti "topici" suscita la stessa impressione di prodotto professionale della top di gamma, sebbene il corpo sia in effetti costituito per la maggior parte in policarbonato, come tante reflex moderne.

La parte superiore del corpo è occupata da ghiere meccaniche: quella per la selezione dei tempi, da 1/4000 a 1/4 più le posizioni Auto, T (per la selezione di un tempo maggiore a 1/4 sec) e B; quella, più piccola, per la compensazione esposimetrica; troviamo poi il pulsante di scatto concentrico a quello di accensione (e filettato, come accadeva per le reflex di altri tempi). Unica concessione al digitale, il pulsante Fn. A sinistra troviamo la slitta a contatto caldo ma anche un piccolo flash a scomparsa (NG 7 a 200 ISO), che contribuisce a rendere la X-E1 un poco più versatile della Pro1.

Il dorso è dominato da un display da 2,8" e 460.000, di livello inferiore a quello usato dalla Pro1 (3 pollici e 1.230.000 punti) ma comunque molto buono. Intorno al display si trovano una ghiera di comando, un PAD a 4 vie con pulsante centrale e altri 9 pulsanti. La disposizione di questi pulsanti è analoga a quella della Pro1 e quindi non convenzionale, perlomeno rispetto ai canoni di una reflex moderna, pertanto ci si deve un po' abituare; insolita, in particolare, la posizione dei pulsanti AE (scelta modalità esposimetrica) e AF (scelta/dimensione del punto AF) che sono a sinistra, così come è a sinistra il pulsante Drive per la selezione della modalità di avanzamento. Per la maggioranza degli utenti, i pulsanti che regolano funzioni di scatto sono più efficaci se disposti a destra.

A destra, ben posizionati e a portata di pollice si trovano invece il pulsante per il blocco AE/AF e il pulsante Q, che consente di accedere velocemente a tutti i principali parametri di scatto; questi parametri si selezionano velocemente con il PAD e si modificano altrettanto velocemente ruotando l'unica ghiera di comando, secondo un modello d'uso che abbiamo trovato molto efficace. Presenti in questa schermata anche parametri come la regolazione del tono per alte luci e ombre, non esattamente comuni su altri modelli più consumer.

Fujifilm è in effetti (giustamente) molto legata al suo passato analogico, e oltre questo tipo di controlli offre gli ormai tipici filtri Simulazione film, che si rifanno alle pellicole analogiche (Provia/Standard, Velvia/Vivid, Astia/Soft, PRO Neg Hi e Standard, Monocromatico e monocromatico con filtri giallo, rosso e verde, Seppia). Come già detto a proposito della Pro1, anche sulla X-E1 questo tipo di controlli sull'immagine risultano particolarmente azzeccati: il fotografo abituato all'analogico ritroverà un modo d'uso familiare che gli farà amare la X-E1.

L'impugnatura è appena accennata, ma sufficiente ad assicurare una presa salda e piuttosto confortevole. Disponibile, comunque, un'impugnatura aggiuntiva opzionale. Il formato di memoria è il classico SD/SDHC/SDXC, la batteria garantisce un'autonomia di 350 scatti (standard CIPA), vale a dire 50 in più della X-Pro1.