Corpo macchina

Recensione - Test della Canon EOS Mark III. Canon fa un grande passo avanti in termini di autofocus, soprattutto, ma anche di reattività, di cadenza di scatto e di dotazione. E, purtroppo, anche di prezzo.

Avatar di Tom's Hardware

a cura di Tom's Hardware

Corpo macchina

La 5D Mark III si presenta con il solito corpo Canon ben studiato, che mostra più similitudini con la EOS 7D che con le precedenti versioni di 5D, come già sottolineato nell'anteprima pubblicata a questo indirizzo.

L'impugnatura è molto valida, come per altri precedenti modelli EOS di livello elevato. Perfetta la posizione del pulsante di scatto e, tra il pulsante stesso e la ghiera principale, ha fatto la sua comparsa il pulsante M-Fn personalizzabile come già visto sulla 7D.

Sempre sul lato superiore troviamo l'immancabile display LCD e i pulsanti per lettura esposimetrica/bilanciamento del bianco, selettore AF/modalità di scatto, ISO/compensazione esposimetrica. Come sempre per i modelli Canon a una o due cifre, la compensazione esposimetrica può essere comandata anche dalla ghiera posteriore, se questa funzione non viene appositamente inibita.

Osservando il dorso si nota ancora di più la parentela con la EOS 7D. Il pulsante video/Live View in ottima posizione è facilmente raggiungibile ma non può essere premuto accidentalmente e non disturba l'uso prettamente fotografico della macchina. Come sempre, ben disposti i pulsanti per la selezione del punto AF (da usare in combinazione con il joystick), per il blocco esposimetrico e per il blocco AF. Insomma, la solita EOS di fascia alta, essenziale ed efficace.

Chiude l'elenco il pulsante Q per l'impostazione veloce di tutti i parametri di scatto, secondo una modalità più simile alle compatte o alle mirrorless, a beneficio di chi proviene da questo mondo.

A sinistra del display, che è un 3,2" da 1.040.000 punti, troviamo oltre i pulsanti per il controllo riproduzione, il pulsante per l'accesso al menu completo, il pulsante Info che varia la modalità del display e il pulsante Picture per l'accesso rapido alle funzioni Stile Foto, Esposizione multipla e HDR.

Appena sopra, la ghiera di selezione del programma di scatto con accensione concentrica. La ghiera rinuncia ai programmi semplificati come ritratto, paesaggio e simili (presente solo la classica "zona verde" Canon) ed è dotata di blocco contro le manovre accidentali. È questa, a nostro avviso, la parte meno riuscita del corpo macchina: il blocco non è una necessità se la ghiera ha la giusta consistenza, in compenso può risultare d'impaccio quando si desidera effettivamente cambiare il programma. L'accensione a sinistra, dal canto suo, è più difficile da azionare inavvertitamente, ma è anche più difficile da azionare di proposito, specie quando la mano sinistra è impegnata a reggere un tele "importante".

Sulla parte anteriore del corpo troviamo infine un pulsante per il controllo della profondità di campo e il ricevitore IR. Ottimo il mirino, con copertura del 100% del campo inquadrato (un passo avanti rispetto alla Mark II) e leggermente più grande di quello della 7D, quindi ancora più confortevole. Notevole l'autonomia, che si attesta sui 950 scatti misurati secondo lo standard CIPA.