Corpo macchina

Test - Recensione della Olympus OM-D E-M5, una mirrorless di qualità elevata. Eccellente rettività del corpo macchina e stabilizzazione particolarmente efficace sono le sue doti migliori.

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a cura di Tom's Hardware

Corpo macchina

Il corpo macchina beneficia naturalmente dell'assenza dello specchio e risulta sottile e snello, come del resto lo era la reflex OM-1 che ha ispirato il nome di questo modello. La disposizione dei comandi, studiata per compiacere gli appassionati, ha più aspetti in comune con le reflex che con le altre mirrorless PEN

Innanzitutto, nella parte superiore destra sono presenti due ghiere meccaniche multifunzione per comandare, in funzione del programma di scatto, tempi, diaframmi e compensazione esposimetrica, secondo un modello d'uso che risulta subito familiare. In P/A/S, la ghiera posteriore comanda il parametro libero e la ghiera frontale la compensazione esposimetrica, mentre in manuale le due ghiere controllano, rispettivamente, tempi e diaframmi.

Sempre sulla destra, a fianco del pulsante di scatto, troviamo il pulsante video e un pulsante personalizzabile, di default assegnato alla funzione Curve che permette di regolare il contrasto dell'immagine come l'equivalente strumento di Photoshop. Sempre nella parte alta, ma già sul dorso, trovamo poi una coppia di piccoli pulsanti aggiuntivi per la riproduzione e per una seconda funzione personalizzabile.

La ghiera dei programmi si trova a sinistra, mentre a lato del display troviamo il classico PAD direzionale con i pulsanti dedicati alla gestione del menu e dello schermo. Ancora più in basso, il selettore di accensione.

Segnaliamo infine un pulsante sistemato in una curiosa posizione in prossimità del mirino che permette di impostare la funzione dello schermo: visualizzazione della scena LiveView, stile compatta, oppure schermata riepilogativa dei parametri di scatto, che lascia l'inquadratura al mirino elettronico secondo un stile più da reflex.

In entrambi i casi, la regolazione dei parametri di scatto tramite quick menu è efficace. Nel primo caso, compare il classico menu in sovrimpressione alla scena inquadrata da usare con le frecce del PAD: in verticale si scorrono i parametri, in orizzontale i possibili valori associabili a ciascuno. Se si opta per la schermata riepilogativa, ci si sposta invece sul parametro desiderato e si preme il pulsante centrale per effettuare la scelta.

Se la gestione elettronica della fotocamera appare impeccabile, lo stesso non si può dire dell'ergonomia complessiva. Apprezzabile l'ampio e confortevole appoggio per il pollice, che assicura una buona presa, mentre dobbiamo muovere delle critiche all'impugnatura, che risente dello spessore ridotto (consigliamo l'acquisto dell'impugnatura aggiuntiva) e alla dimensione dei pulsanti, in alcuni casi davvero troppo piccoli.

Passi per i pulsanti del PAD, che non si possono definire confortevoli ma che, tutto sommato, si utilizzano in situazioni di calma; il pulsante Fn1, però, verrà tipicamente associato a funzioni fotografiche primarie, ad esempio il blocco esposimetrico, e in questo caso la questione è ben diversa. A proposito di pulsanti, sembrerà un dettaglio ma è stato in effetti uno dei primi commenti di tutti gli appassionati con cui ci siamo confrontati: il pulsante di scatto in plastica è una caduta di stile!

Il vano per schede di memoria è sulla destra, e supporta SD/SDHC/SDXC. I connettori A/V e USB sono sul lato opposto, curiosamente protetti da uno sportellino in gomma che termina parzialmente sotto al display, così per aprirlo bisogna sollevare lo schermo.

La batteria è accreditata di 330 scatti usando il display al 50%, ed è protetta da uno sportellino che non si chiude automaticamente "a scatto", ma richiede di agire su un apposito fermo (per fortuna la batteria rimane invece bloccata all'inserimento). Sono questi altri due dettagli che sicuramente si possono definire secondari, ma che infastidiscono un po' in un corpo macchina di questa fascia di prezzo.