Corpo spartano

Recensione - Test della nuova Leica M, che è anche un'occasione per approfondire il mondo Leica e la fotografia a telemetro.

Avatar di Tom's Hardware

a cura di Tom's Hardware

Corpo spartano

Il corpo delle Leica M, che si ripete sostanzialmente immutato nello stile fin dal primo modello, è volutamente essenziale. Leica è in effetti orgogliosa di rispettare la sua filosofia secondo cui nelle M viene inserito solo ciò che è davvero essenziale per la fotografia. Naturalmente, questo apre la strada al dibattito su cosa sia davvero essenziale e cosa non lo sia, e i pareri sull'argomento possono essere i più diversi. La posizione di Leica è piuttosto intransigente, e lo si vede al primo sguardo.

La ghiera dei diaframmi è sul corpo obiettivo - naturalmente si tratta di diaframmi manuali, e non a controllo elettronico. Non esiste quindi la posizione "A" che consente di lavorare in priorità di tempi.

La parte superiore contiene solo 3 oggetti oltre alla slitta a contatto caldo, vale a dire la ghiera dei tempi, il selettore di accensione/modalità di scatto con pulsante di scatto concentrico e un pulsante indicato con M. Proprio questo pulsante rappresenta la più recente conquista del sistema M, vale a dire la ripresa video Full-HD introdotta proprio dalla M typ 240.

La ghiera dei tempi offre i valori da 8 secondi a 1/4000 in passi di mezzo stop, più posa B e posizione Auto, che consente alla fotocamera di lavorare in priorità di diaframma. Selezionare un qualsiasi valore diverso da A porta invece a lavorare in esposizione manuale. Naturalmente, dato che i diaframmi sono a selezione esclusivamente manuale, oltre al programma S non è disponibile nemmeno il programma P, né tantomeno altri programmi di scatto full- auto. I tempi di posa arrivano a 60 secondi massimi, ma tutto dipende dalla sensibilità impostata - a 6400 ISO, ad esempio, il limite è abbassato a 8 secondi per evitare un eccessivo degrado delle immagini.

Il dorso, pulito e razionale, è dominato dal display da 3 pollici VGA 640x480 (920.000 punti), con copertura Gorilla Glass. Sulla destra una ghiera di comando, da azionare con il pollice, e un PAD con pulsante centrale (info) che consente di visualizzare le impostazioni in fase di ripresa. I pulsanti sono tutti a sinistra, e sono, dal basso: SET (menu veloce con i soli parametri di scatto), MENU (menu completo), ISO (impostazione veloce della sensibilità), DELETE e LV.

Ci siamo tenuti LV per ultimo dato che proprio questo pulsante rappresenta la più grande novità del nuovo modello: la funzione Live View. Ebbene sì, per la prima volta su una M è possibile utilizzare il display posteriore o un mirino elettronico per la composizione dell'immagine, oltre ovviamente al classico mirino a telemetro. Quando si abbandona il telemetro, la messa a fuoco si basa sulla funzione focus peak e su un ingrandimento opzionale del soggetto fino a 10x.

Un ultimo pulsante sul frontale, raggiungibile con l'indice, ha la doppia funzione di compensazione esposimetrica (se utilizzato in combinazione con la rotella posteriore) e di attivazione dell'ingrandimento.

Le immagini, JPEG o RAW in formato DNG, vengono memorizzate su una classica SD/SDHC/SDXC, mentre l'alimentazione è assicurata da una generosa batteria da 1800 mAh. Non è data la capacità in scatti secondo lo standard CIPA, ma possiamo dire che in 3 diverse giornate di scatti continuativi (con ricarica serale) non siamo mai scesi sotto il 50% di carica facendo un utilizzo misto del display e del mirino.

Batteria e SD sono entrambi protetti dal fondello, che va quindi tolto anche per sostituire la memory card. L'operazione è veloce, ma non tanto quanto aprire uno sportellino, e non è possibile con la macchina su cavalletto, quindi meglio utilizzare una SD di generose dimensioni.