Cosa cambia con la scoperta delle onde gravitazionali?

2 rilevatori, 1000 scienziati, un solo successo: il 14 settembre 2015 i rilevatori gemelli di LIGO hanno individuato le onde gravitazionali risultanti dalla collisione di due buchi neri.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Cosa cambia con la scoperta delle onde gravitazionali?

Rossi Albertini spiega che "all'atto pratico, per quanto riguarda i prossimi decenni cambia poco. Lo scontro di buchi neri è talmente remoto che ci sono voluti strumenti molto sofisticati per captarlo, non darà impatti pratici. I nostri cellulari e le nostre macchine non funzioneranno meglio per questa scoperta".

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"Invece, sotto l'aspetto della comprensione dei fenomeni universali, è una rivoluzione. La Teoria della Relatività di Einstein è la migliore approssimazione che finora abbiamo trovato di una teoria universale che spieghi tutti i fenomeni che governano il Cosmo. Avere un'ulteriore conferma a 100 anni di distanza, di un effetto secondario che era stato ipotizzato ma mai riscontrato, significa corroborare ancora di più la convinzione che la Teoria della Relatività di Einstein sia applicabile in tantissime condizioni, anche se non possiamo dire in tutte, perché ci sono fenomeni che non abbiamo ancora studiato. Possiamo dire però che, finora, non è stato studiato nessun fenomeno in cui sia applicabile la Teoria della Relatività, che abbia fornito risultati in disaccordo con Einstein".

Si ritiene che una delle possibili fonti di onde gravitazionali sia stato il Big Bang. Un membro del team LIGO ha scritto che le onde gravitazionali portano con sé "informazioni sulle loro origini dopo avere viaggiato attraverso milioni di anni luce nello Spazio intergalattico, prive di distorsioni o di alterazioni causate dalle radiazioni elettromagnetiche".

Valerio Rossi Albertini aggiunge che "il fatto che le onde gravitazionali portino informazioni sul Big Bang è un aspetto conoscitivo fondamentale per la storia della scienza. Il quadro che ci siamo formati, da Galileo Galilei in poi, su come funziona la macchina dell'Universo sta diventando sempre più preciso, riusciamo a vedere particolari che prima ci sfuggivano".

"Le onde gravitazionali potrebbero permetterci di registrare, in un futuro nemmeno troppo lontano, i primi vagiti dell'Universo nascente, ossia i momenti immediatamente successivi al Big Bang. Epoca in cui si sarebbero prodotte grandi onde gravitazionali fossili che viaggiano nell'Universo, in cui noi siamo immersi, ma di cui non ci siamo mai accorti".

Non solo, gli astronomi reputano che dalle onde gravitazionali dovremmo apprendere cose che non potremmo mai venire a sapere per via elettromagnetica. In particolare si fa riferimento a informazioni sui buchi neri e su altri oggetti che non siamo altrimenti in grado di osservare. Per esempio, prima della formazione delle stelle l'Universo era opaco alla radiazione elettromagnetica, quindi è impossibile osservare l'Universo in quel momento con la moderna tecnologia, che si basa appunto sulle radiazioni elettromagnetiche. Sfruttando le onde gravitazionali la situazione cambierebbe radicalmente.