Cosa manca

L'Italia potrebbe avere un ruolo determinante nella colonizzazione umana di Marte: i ricercatori dell'Università di Cagliari hanno già depositato i brevetti per la costruzione delle abitazioni e la produzione di ossigeno.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Come potremmo sfruttare alternativamente le tecnologie che voi avete brevettato?

"La prima, già colta, è quella di produrre da microalghe biopetrolio da cui si ottiene biodisel. Il biopetrolio che si può ottenere dalle microalghe ha le stesse identiche caratteristiche del biopetrolio che si ottiene dai semi delle piante oleaginose (colza, semi di girasole e via dicendo). Rispetto alle piante citate la produttività delle microalghe è incredibile: giusto per dare dei numeri, le produttività per ettaro delle microalghe è di 100 tonnellate di biomassa contro 3 tonnellate di colza. Secondo elemento è che la coltura di microalghe dà raccolto in 70 giorni circa, la colza e le altre piante richiedono 30 mesi. Il vantaggio è palese.

Un'altra applicazione terrestre del nostro brevetto europeo sullo sfruttamento delle microalghe per la cattura di anidride carbonica, che si è già concretizzata, è l'abbattimento dell'anidride carbonica dagli impianti industriali, come quelli che producono corrente elettrica.

Inoltre due nostre tecnologie sono inoltre già state prese in considerazione dalla NASA nell'ambito dell'ISECG (International Space Exploration Coordination Group ) per i prossimi lander lunari. Una è lo stadio di produzione dei mattoncini, l'altra è lo stadio di arricchimento della regolite lunare in ilmenite". 

Cosa serve per completare i vostri progetti? Finanziamenti?

"Sì, è una battaglia che combatto dal 2011 quando il progetto COSMIC era prossimo alla fine e io mi sono spinto a chiedere all'ASI un supporto di 10 milioni di euro in 3 anni. Non è una cifra altissima in assoluto, anzi, per gli Stati Uniti non sarebbe tanto. Nemmeno per l'ASI è una cifra inarrivabile, speriamo di riuscire ad ottenerla.

Ci serve per progettare e realizzare i dimostratori terrestri per queste tecnologie: mattoncini e struttura su Luna, mattoncini e struttura su Marte e tutto il processo marziano di cui abbiamo in parte parlato. Poi bisogna progettare e realizzare i payload compatibili con i prossimi lander lunari e marziani, come quelli relativi alle due tecnologie già riconosciute da NASA in ambito ISECG. Sarebbe necessario e importante fare questi passi, io continuo a combattere". Visto che siamo in prima fila, per una volta riusciremo a non perdere il treno per la mancanza di finanziamenti per la ricerca? Facciamo il tifo per questo progetto, incrociamo le dita.