Cosa succede in Italia

Per compare armi semplici bastano pochi click, e con qualche sforzo in più è possibile procurarsi armi da fuoco e persino attrezzatura pesanti, e spesso ci vanno di mezzo dei minorenni. Le leggi lo impedirebbero, ma spesso i siti di ecommerce non ostacolano il fenomeno come dovrebbero e potrebbero.

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a cura di Tom's Hardware

E nel resto del Web che succede?

Suscita ancora più preoccupazione il fatto che anche i social network come Facebook si possano usare a tale scopo. In questo caso la vendita non avviene direttamente tramite il portale in questione, che è solo il mezzo per accordarsi su data e luogo dell'incontro per la vendita. Nondimeno, permane un certo turbamento nel considerare tale network come un vero e proprio intermediario per il commercio illecito di armi.

L'azienda di Zuckerberg cerca di defilarsi rapidamente da queste accuse rimarcando che "non puoi comprare le cose su Instagram e Facebook, né è possibile promuovere la vendita o l'uso di armi nelle pubblicità. Incoraggiamo le persone che si imbattono in qualsiasi altra attività illecita a riferircelo".

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Sono presenti anche numerosi altri portali, accessibili solo tramite sistemi di comunicazione (semi)anonimi (es. TOR), che offrono a chiunque abbia una carta di credito la possibilità di procurarsi anche un vasto arsenale, senza alcun possibilità di risalire all'effettivo acquirente. Per ridurre i rischi al minimo, si ricorre a più spedizioni contenenti i vari pezzi dell'arma, da ricostruire successivamente autonomamente, sulla falsariga di un qualunque mobile Ikea.

Fortunatamente ci sono anche operatori che si comportano diversamente. Ad esempio, è interessante notare come Ebay adotti una politica profondamente diversa sul tema, tant'è che la società si impegna a mantenere i rapporti con le autorità competenti al fine di far rispettare più facilmente la normativa nazionale e internazionale dei Paesi in cui opera.

Il quadro normativo in Italia

In Italia, a differenza degli Stati Uniti, l'acquisto di un'arma non è semplice come l'acquisto di qualunque altro bene di consumo. È infatti necessaria un'autorizzazione specifica del questore o del prefetto, il cui rilascio è subordinato a una certificazione che attesti l'idoneità psico-fisica del soggetto richiedente, nonché una certificazione per il maneggio delle armi, fornite a loro volta dagli organi competenti.

La detenzione delle armi in Italia è regolata dalla legge n. 110/75, la quale prevede una serie di ipotesi di reato per chi possieda illecitamente armi o altri oggetti atti ad offendere, oppure li porti con sé fuori dalla propria abitazione senza giustificato motivo o senza una specifica autorizzazione al riguardo (art. 4). In questi casi parliamo di comuni armi da sparo, dato che in caso di c.d. armi da guerra (ossia di armi la cui potenzialità offensiva sia superiore alle esigenze della sola difesa personale che ne rende possibile la destinazione anche al moderno armamento bellico, Trib. di Sanremo, sent. n. 22/99) vi è un assoluto divieto non solo al commercio, ma anche alla semplice detenzione.

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Nonostante ciò, si fa presente quanto sia facile acquistare online questo genere di beni. L'esempio più eclatante è sicuramente quello già citato di Amazon, data la sua particolare notorietà per i servizi di e-commerce.

Sul punto si rileva che Il commercio elettronico è regolato in Italia principalmente da due norme: il D.lgs. n. 70/03, in attuazione della Direttiva 2000/31/CE relativa ad aspetti giuridici dei servizi della società dell'informazione, e il D.lgs. 206/05, il c.d. Codice del consumo.

Il D.lgs. n. 70/03 all'art. 1 comma 3 prevede che "sono fatte salve le disposizioni comunitarie e nazionali sulla tutela della salute pubblica e dei consumatori, sul regime autorizzatorio in ordine alle prestazioni di servizi investigativi o di vigilanza privata, nonché in materia di ordine pubblico e di sicurezza, prevenzione del riciclaggio del denaro, del traffico illecito di stupefacenti, di commercio, importazione ed esportazione di armi, munizioni ed esplosivi e dei materiali d'armamento di cui alla legge 9 luglio 1990, n.185.".

Pertanto, nel nostro Paese e in tanti altri, i divieti e le restrizioni previste per la vendita diretta di armi o prodotti similari valgono anche per per il commercio online.

Prospettive future

Dal 2007 l'ONU ha segnalato la necessità di una maggior collaborazione tra gli stati per combattere e prevenire i rischi derivanti dall'acquisto illecito di armi, ma, nonostante ciò, ad oggi, sono poche sono le azioni risolute e corali adottate dalla comunità internazionale per reprimere tali fenomeni.

La sfida del futuro sarà quella di adottare una politica internazionale comune volta ad assicurare una maggior vigilanza e prevenzione al fine di scongiurare il verificarsi e il dilagare di episodi di violenza. Sarebbe auspicabile un'azione coordinata ed efficace in tal senso, sostenuta eventualmente da un'unica normativa: una sorta di trattato internazionale sul controllo delle armi.