Credere o non credere? Un dilemma vostro, non della Scienza

Un libro che fa riflettere, che smonta convinzioni e smuove la coscienza di quello che si è convinti di credere, o di non credere.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Questa settimana ho pubblicato un contenuto che ha stimolato una discussione sul tema religioso. Non è la prima volta, sicuramente non sarà l'ultima ed è normale che sia così, soprattutto in un sito in cui la Scienza e la ricerca hanno un ruolo di primo piano. Moderando i commenti mi sono trovata - come accaduto in passato più volte - a tirare in ballo frasi del grande matematico Bertrand Russell, con l'intento di far riflettere e di far capire come si possano proporre idee anche molto forti, in maniera elegante.

bertrand russell

Bertrand Russell

A questo punto mi sono chiesta perché non proporre integralmente il libro, invece di seminarlo in briciole come Pollicino. Il Direttore mi ha sostenuto, non perché condivida o meno i contenuti del saggio, ma perché molto correttamente ha sottolineato di non avere preclusioni mentali e di non volere che il sito (e i redattori) ne abbia.

Detto questo, non sono un'appassionata di libri a tema religioso, non ne leggo e l'argomento in sé non mi attira quanto un trattato di Fisica o un saggio di Matematica. Infatti nella notte dei tempi lessi "Perché non sono cristiano" perché Russell era un matematico, perché era stato un fervente pacifista, perché era uno dei pochi filosofi che non mi annoiava tremendamente. E perché questo libro, sebbene pubblicato in Italia nel 1960, non è mai passato di moda. Ha fatto discutere intere generazioni e offre tutt'oggi spunti di riflessione molto profondi. 

Mi conquistò l'approccio metodico di Russell, tagliato con l'accetta come piace a me, e il coraggio che quest'uomo ebbe nel tenere i discorsi da cui furono tratti poi i contenuti di questo libro, ai suoi tempi (oggi sarebbe quasi banale).

Da adolescente testarda e portata a polemizzare fino all'estremo, ammirai il modo con cui Russell riuscì ad esprimere concetti così polemici e avversi in maniera elegante. Imparai non solo che le parole sono un'arma potente, ma che usarle con eleganza le rende micidiali, non le sminuisce. Ecco uno dei motivi per i quali ho pensato di proporvelo.

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Nebulosa Elica o Occhio di Dio?

Quanto alle idee di Russell, da che parte stia è cristallino. Questo però non vuol dire che il suo libro possa essere interessante solo per chi ha una posizione ateista. Le domande e le riflessioni a cui mette di fronte il lettore vanno al di là di quelle che la maggior parte di noi si pone, e leggendo ci si ritrova spontaneamente a confrontare le proprie idee con quelle dell'autore e con quelle di una controparte credente, con cui peraltro intrattiene un dibattito molto stimolante.

La questione non riguarda banalmente se credere o non credere, ma perché, e quali effetti socio politici implicano queste decisioni. Sia un credente sia un ateo troveranno tanti e tali spunti di riflessione da aver giustificato il tempo investito nella lettura. Non solo, Russell propone anche un eccellente spunto di riflessione sulla transizione al modernismo, che è un argomento tremendamente attuale.

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Inutile dire che le idee di Russell ebbero un effetto molto forte a suo tempo, e hanno continuato ad averlo negli anni, tanto da far diventare questo libro una pietra miliare. Anche adesso, che siamo meno bigotti di un tempo, se ci fate caso raramente si sente nominare il titolo del libro, ma le citazioni dei suoi contenuti ricorrono spesso, anche negli sceneggiati televisivi che nulla hanno a che vedere con la religione. Perché espresse le sue idee in maniera estremamente efficace e difficilmente migliorabile, però premettendo il titolo del libro qualcuno potrebbe scartarle a priori e non rifletterci. Sarebbe un errore. 

Leggi anche: I migliori libri di Fisica da leggere nel 2017

Aggiungo un paio di considerazioni molto importanti, dato che questo argomento apre sempre dibattiti forti e che questa è una rubrica a carattere scientifico. Prima di tutto la maggior parte degli scienziati che si occupa di divulgazione ha preso - chi più chi meno - una posizione sul rapporto tra Scienza e religione, perché per dirla con le parole di Fenyman non si può parlare dell'impatto delle idee scientifiche sulle altre idee senza discutere con franchezza del rapporto tra scienza e religione. Esempi attuali e celebri sono Stephen Hawking, Margherita Hack, Brian Cox.

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Foto: © agsandrew / Depositphotos

In secondo luogo, il fatto che chi ha dichiarato il suo credo nella maggioranza dei casi si professi ateo non significa necessariamente che Scienza e religione siano incompatibili. Per chiarirlo voglio chiamare in causa il grande Richard Feynman, che ne "Il senso delle cose" spiegò con un intero capitolo (da leggere, io semplificherò al massimo) la questione religione-scienza, e in particolare sottolineò che sebbene "più della metà degli scienziati non creda in un Dio [...] in senso convenzionale", "la Scienza non può dimostrare la non-esistenza di Dio, ed [...] è possibile credere sia nella Scienza sia nella religione". Stesso messaggio che si ritrova nella pagina di domande e risposte del CERN: lo scopo del CERN non è provare che Dio non esiste.

Per vedere tutti gli altri libri recensiti in questa rubrica cliccate qui

Cosa significa questo? Che lasciando stare i superati retaggi di un passato post illuministico che non ci appartiene più, oggi non ha più senso "schierarsi". Può avere senso piuttosto decidere consapevolmente se e in cosa credere, ma per la propria consapevolezza personale. Chi crede può amare, apprezzare la Scienza e praticarla (per esempio il direttore del CERN Fabiola Gianotti si professa credente), allo stesso modo in cui un ateo può infischiarsene della Scienza. Sono semplicemente fatti suoi.

In ultima analisi, credere o non credere è una questione strettamente individuale, che non ha alcuna rilevanza scientifica, e che non determina il valore, il grado d'istruzione e di acculturamento di una persona e la sua capacità di comprendere e condividere fenomeni scientifici.

Che i commenti in punta di fioretto (non di scimitarra!) siano con voi.

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