Crowdfunding? Bello, ma occhio alla fregatura

I risultati del nostro sondaggio della scorsa settimana sul Crowdfunding: ci sono molte luci ma anche ombre che rischiano di creare diffidenza su un fenomeno interessante e in crescita. La partecipazione, anche economica, ai progetti di innovazione non deve essere vanificata dalla mancanza di serietà e trasparenza.

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a cura di Pino Bruno

La settimana scorsa abbiamo proposto un rapido sondaggio per tastare il polso ai nostri lettori sull'eventuale esperienza diretta nelle campagne di Crowdfunding. Ebbene, poco meno della metà dei partecipanti ha risposto sì. La piattaforma più usata è Kickstarter e 38 lettori sui 458 complessivi hanno detto di aver contribuito ai progetti con più di 100 euro. Il sondaggio rivela anche una nota dolente: in 115 hanno ricevuto il prodotto nei tempi indicati ma 87 hanno risposto no.  E poi, in 48 casi, il prodotto non aveva le caratteristiche annunciate al lancio della campagna.

CrowdfundingCerto, il nostro sondaggio ha un campione limitato, ma – al di là della statistica – mette l'accento sul "lato oscuro" del Crowdfunding, cioè la mancanza di regole certe e l'assenza di diritti concreti per chi crede nei progetti e decide di investire denaro. Che si tratti di pochi o molti euro, il discorso non cambia. Il Crowdfunding è una realtà recente, è ancora nella delicata fase pioneristica e non può e non deve essere vanificato dalla mancanza di serietà e trasparenza.

Che si tratti di un fenomeno crescente è attestato anche dall'interesse dei media tradizionali. Domenica scorsa ne ha parlato Report, il popolare magazine di Rai Tre, con un reportage a cura di Michele Buono. Il giornalista ha intervistato, tra gli altri, la fondatrice della piattaforma IndieGoGo, Danae Ringelman: "Di solito nella finanza è un gruppo ristretto a decidere questo prodotto va e questo non va. In questo modo invece sono le persone comuni a decidere di finanziare quello che gli piace. Con un click".

Già, se non fosse che anche nel Crowdfunding c'è qualcuno che vuole fare il furbo. Alcuni lettori ci hanno segnalato di aver investito parecchi euro in alcuni progetti conclusi ormai da tempo e di non aver mai ricevuto il prodotto acquistato. È il caso di Canary, proprio su IndieGoGo. Campagna record: ha raccolto quasi due milioni di dollari.

L'innovativo sistema di sorveglianza domestica doveva essere consegnato durante la scorsa primavera ma non è mai arrivato. I promotori della campagna sfornano continui comunicati in cui dicono che i tempi si stanno allungando perché la fase di test non è conclusa, ma il danno di immagine è fatto.

Purtroppo non sembrerebbero casi isolati, come dicono i risultati del nostro piccolo sondaggio e come racconta con sarcasmo Antonio Moro sul sito LegaNerd: "Kickstarter è una grande opportunità per i creatori di contenuti o per chi ha una buona idea che non riesce a produrre da solo. Ma una potenziale inculata per tutti i backer coinvolti. Probabilmente lo sapevate già, ora lo sapete ancora di più".

Sarebbe davvero un peccato se per colpa di qualcuno si propagasse diffidenza nei confronti del Crowdfunding. Le mele marce andrebbero messe in condizione di non nuocere. Le piattaforme di Crowdfunding dovrebbero vigilare di più e meglio. 

Hai mai partecipato a una campagna di Crowdfunding con il tuo contributo economico?
Si 200
No 258
   
Quale piattaforma di crowdfunding hai usato?
Kickstarter 151
IndieGoGo 37
Eppela 11
   
Che cifra hai investito nel progetto?
Fino a 10 euro 76
Fino a 50 euro 71
Fino a 100 euro 28
Più di 100 euro 38
   
Hai ricevuto il prodotto nei tempi indicati?
Si 115
No 87
   
Il prodotto acquistato aveva le caratteristiche annunciate al lancio della campagna?
Si 154
No 48
   
Hai mai scritto agli autori della campagna?
Si 92
No 133