Curiosity torna al lavoro, non basta un guasto per fermarlo

I tecnici della NASA hanno individuato il guasto di Curiosity in un cortocircuito al generatore termoelettrico a radioisotopi della sonda.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Curiosity ha ripreso l'esplorazione di Marte. Dopo lo sbalzo di tensione e il reset obbligato da parte dei tecnici della NASA è stata necessaria una settimana di pausa forzata per fare tutte le verifiche del caso. La causa del guasto è stata identificata sena ombra di dubbio: "un cortocircuito interno al generatore termoelettrico a radioisotopi della sonda, generatore di energia elettrica basato sul decadimento di isotopi radioattivi che alimenta il rover convertendo in elettricità il calore generato dal decadimento radioattivo dei quasi 5 chilogrammi di biossido di plutonio-238 stivati al suo interno" ha spiegato l'ingegnere elettrico Rob Zimmerman, del Jet Propulsion Laboratory della NASA di Pasadena.

Curiosity

Oltre tutto si tratta di un problema che non è nuovo agli addetti ai lavori: generatori termoelettrici a radioisotopi simili a quello di Curiosity sono già stati usati per esempio nella sonda Cassini, e hanno dato lo stesso tipo di anomalia.

Per arrivarci è stato necessario stilare una "lista delle potenziali cause, e andare poi per esclusione" ha spiegato. Messa da parte l'opzione più temuta, ossia quella del cortocircuito vero e proprio, adesso i tecnici posso rassicurare sul fatto che non ci saranno conseguenze sull'operato di Curiosity. Il cortocircuito infatti, tranquillizzano dalla NASA, non influisce sulla sorgente di alimentazione del rover o sulle sue attività.

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Adesso quindi riprende la faticosa camminata verso il Monte Sharp, dove ci aspettiamo che vengano finalmente trovati indizi determinanti per capire la storia del Pianeta Rosso. Buon lavoro Curiosity.