Si chiama "e-Dura" ed è, sintetizzando molto, un sostituto artificiale della spina dorsale, che potrebbe far camminare di nuovo i pazienti paralizzati. È questa l'incredibile promessa nella ricerca svolta presso la Ecole Polytechnique Fédérale de Lausanne (Svizzera), dove i test sui ratti hanno dato risultati positivi.
L'impianto è morbido e sottile, non causa alcun rigetto e permette ai segnali elettrici di passare nuovamente lungo la spina dorsale. In altre parole è un bypass elettronico che "salta" la zona danneggiata e che può anche somministrare farmaci. Nella sua versione attuale e-Dura dev'essere collegato via cavo a un computer per funzionare, ma è già in corso lo sviluppo di una versione wireless.
Stéphanie Lacour
"e-Dura" deve il proprio nome alla dura madre", è la parte più esterna e più spessa delle meningi (membrane che avvolgono l'encefalo e il midollo spinale (Wikipedia)". L'impianto replica la dura madre e secondo i ricercatori potrebbe durare fino a dieci anni prima di richiedere una sostituzione.
Una scoperta che "apre nuove possibilità terapeutiche per pazienti vittime di traumi o disordini neurologici (epilessia, Parkinson e simili, NdR), in particolare per gli individui paralizzati a causa di un danno alla colonna vertebrale", ha commentato la professoressa Stéphanie Lacour, specializzata in tecnologia per le neuroprotesi che dirige la ricerca.
Per l'e-Dura il punto di svolta sta nel fatto che questo impianto si può posizionare in modo semipermanente sulla colonna vertebrale senza provocare infiammazioni - un ostacolo che finora sembrava insormontabile. Si tratta di una base in silicone che ospita piste elettriche in oro, culminante in piastre fatte di silicone e platino. Il risultato è molto flessibile è può muoversi senza problemi insieme alla spina dorsale.
Di fronte a questo incredibile risultato è inevitabile pensare al termine cyborg, considerando anche altri traguardi scientifici che sono stati raggiunti recentemente; senza andare troppo lontano, basti guardare alle protesi robotizzate di cui abbiamo parlato meno di un mese fa. Si può fare il verso a Hollywood, e ci si può occupare delle tante conseguenze nella contaminazione tra Uomo e Macchina, ma sicuramente non si può ignorare il fatto che questa tecnologia può migliorare profondamente la vita di pazienti che oggi si trovano in una situazione drammatica. Una prospettiva a cui guardiamo con entusiasmo e positività. Anche voi?