Cyberbulli italiani siete fregati: spazzati via in 2 ore

Il Ministero per lo Sviluppo Economico ha redatto la prima bozza di Codice di Autoregolamentazione per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del cyberbullismo. Fondamentale la collaborazione di Google, Microsoft, istituzioni e associazioni.

Avatar di Dario D'Elia

a cura di Dario D'Elia

L'Italia ha finalmente un Codice di Autoregolamentazione per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del cyberbullismo. Si tratta di una bozza approvata stamani presso il Ministero per lo Sviluppo Economico, e come hanno sottolineato dall'ufficio del Vice Ministro Antonio Catricalà "è il primo caso di stimolo all'auto-regolamentazione frutto di un lavoro multi-stakeholder". In pratica alla redazione del documento hanno partecipato MISE, AGCOM, Polizia postale e delle comunicazioni e istituzioni, nonché associazioni come Confindustria digitale, e operatori come ad esempio Google e Microsoft.

Per una volta nulla è caduto dall'alto e scorrendo la bozza si rileva una strategia puntuale per affrontare seriamente il problema. "Onestamente non sappiamo come andrà a finire perché ci sono misure impegnative. C'è una richiesta di responsabilità per gli operatori davvero non facile", spiega a Tom's Hardware Antonio Amendola, consigliere di Catricalà. "Mettere in piedi meccanismi di segnalazione è facile, ma rispondere a queste in tempi veloci è più complesso".

Sconfiggiamo il Cyberbullismo

La questione di fondo è che gli atti di bullismo e di molestia effettuati tramite mail, messaggistica istantanea, smartphone, social network o altri strumenti digitali non sono più tollerabili. Soprattutto perché la dimensione digitale, nel quotidiano di un giovane, ha oltrepassato i confini del virtuale. Gli effetti sulle vite sono reali: nel bene e nel male. Per altro si stanno manifestando contemporaneamente due fenomeni. Da una parte si assiste all'azione di danneggiamento nei confronti di giovani incapaci di difendersi. Dall'altra alla totale mancanza di responsabilità (diffusa) quando si parla di meccanismi di protezione della privacy. Senza contare l'incoscienza di alcune azioni sebbene "ignorantia legis non excusat", ovvero la legge non ammetta ignoranza.

Insomma l'obiettivo è di "affrontare il fenomeno del cyberbullismo promuovendo tra le nuove generazioni un uso positivo della Rete, quale strumento funzionale alla crescita ed all'arricchimento di bambini e adolescenti, oltre che la conoscenza dei meccanismi di sicurezza e degli strumenti di tutela predisposti dagli stessi operatori del settore".

Il Codice al momento prevede 5 articoli. Il primo riguarda l'impegno per i gli operatori di social network (e non solo) ad attivare meccanismi di segnalazione di episodi di cyberbullismo. Il secondo riguarda la visibilità dei sistemi di segnalazione. Il terzo pone la questione dell'efficienza della risposta, che idealmente non dovrebbe essere superiore a 2 ore. Personale qualificato dovrebbe poi valutare l'eventuale rimozione dei contenuti lesivi oppure procedere con "oscuramento cautelare temporaneo".

Il quarto articolo tira in ballo la possibilità per le Autorità competenti di "risalire all'identità di coloro che utilizzano il servizio per porre in essere comportamenti discriminatori e denigratori con l’intento di colpire o danneggiare l’immagine e/o la reputazione di un proprio coetaneo".

L'ultimo articolo propone la creazione di un Comitato di monitoraggio per l'applicazione del Codice e favorire studi e ricerche sul fenomeno del cyberbullismo.

"La finalità è dare un segnale ai ragazzi per ricordargli che non sono soli. In modo che se succede qualcosa sanno a chi rivolgersi", ha aggiunto il consigliere.

Il codice sarà in consultazione pubblica per i prossimi 45 giorni e quindi chiunque potrà contribuire con eventuali osservazioni mandando una mail a antonio.amendola@mise.gov.it. "Speriamo che siano anche i ragazzi a rispondere perché sono loro ad accedere sui social network. Che ci dicano se sono misure sufficienti, oppure non servono a nulla", conclude il consigliere. "Il grosso del problema si manifesta su Facebook, Instagram o Twitter. Che ci aiutino con responsabilità".