La tuta di Matt Damon

Dalle tute spaziali ai veicoli di atterraggio, dal sistema di riciclo dei liquidi alle radiazioni: ecco le ricerche della NASA che ci serviranno per andare davvero su Marte.

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a cura di Elena Re Garbagnati

the martian final

Una curiosità sulle tute spaziali: Janty Yates, costumista de Il Marziano, ha spiegato che inizialmente ha cercato di prendere ispirazione dai prototipi Z1 e Z2 della NASA, ma che alla fine ha preferito ripartire da zero e creare qualcosa di nuovo perché avrebbe voluto usare i design della NASA, "ma alla fine non siamo riusciti a farlo".

Il problema è che "Ridley aveva bisogno di vedere il profilo degli attori, di vedergli muovere la testa e di fare primi piani sugli occhi". In più c'era un problema estetico: secondo Ridley la tuta Z2 della NASA non aveva un impatto visivo abbastanza forte.

Il risultato è un prodotto in neoprene piuttosto aderente con un peso massimo di 9 Kg, sotto a cui Damon e gli altri attori indossavano abiti rinfrescanti (camicie e pantaloni in cui passava acqua fredda convogliata in appositi tubi) per permettergli di tenere addosso il vestito di scena per 10-12 ore filate.

La parte tecnicamente più avanzata però era il casco: c'erano sistemi che pompavano all'interno aria fresca per permettere agli attori di respirare e sistemi di comunicazione e illuminazione. Yates però ha specificato che gli abiti di scena non erano nemmeno lontanamente sofisticati come quelli veri della NASA.