Dai cannoni arrivano telefonini e telecomandi

Chi ha detto che la ricerca non serve a niente? Ecco le 20 ricerche e investimenti scientifici del passato che usiamo tutti i giorni e di cui non potremmo fare a meno.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Dai cannoni arrivano telefonini e telecomandi

Nel 1864 James Clerk Maxwell scrive un articolo su una teoria dinamica dei campi elettromagnetici. All'epoca era una ricerca di fisica teorica che dava una visione d'insieme di quella che era la teoria dell'elettromagnetismo ancora valida oggi. Fu verificata solo trent'anni più tardi da Hertz, un fisico che studiava l'interazione elettromagnetica a distanza. Faceva passare della corrente attraverso un macchinario che generava onde elettromagnetiche che venivano captate da un secondo ricevitore, che generava a sua volta una piccola corrente elettrica con un'azione a distanza.

Oggi ritroviamo quest'azione in apparecchi comunissimi. Ci volle Marconi, a cavallo del 900, per costruire la prima radio. Oggi usiamo telecomandi, telefoni cellulari, e via dicendo basati sull'elettromagnetismo. 

Tutto è una conseguenza del lavoro di Maxwell, a cui si aggiunse il lavoro di un matematico francese, Fourier, che dimostrò un teorema che è alla base delle trasmissioni digitali. Stava studiando in Egitto, per conto di Napoleone, la trasmissione e la diffusione del calore all'interno del rame perché Napoleone gli aveva chiesto di risolvere un problema di surriscaldamento all'interno dei cannoni sulle navi. Studiò il problema di fisica con le ciambelle di rame, dimostrando un teorema che sta alla base delle comunicazioni digitali con i cellulari.