Dal CERN al World Wide Web

Chi ha detto che la ricerca non serve a niente? Ecco le 20 ricerche e investimenti scientifici del passato che usiamo tutti i giorni e di cui non potremmo fare a meno.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Dal CERN al World Wide Web

Un rilevatore di particelle è in sostanza un insieme di piccoli elementi sensibili costruiti appositamente per identificare un determinato tipo di particelle. Semplificando al massimo, quando passa una particella generano un segnale elettrico.

Il più famoso è l'ATLAS del CERN, e per la cronaca sappiate che ne esiste una riproduzione costruita con i Lego, di dimensioni anche notevoli: un metro per 50 centimetri, che si può comprare online per 600-700 euro.

All'interno di LHC avvengono circa 600 milioni di collisioni tra protoni al secondo. Il rivelatore genera in un anno 1,5 petabyte di dati. Per archiviarli è stato necessario costruire un datacenter che a Ginevra occupa un'area di 1450 metri quadri al cui interno ci sono circa 10mila server con uno spazio di memoria di 30 petabyte. Oltre al datcenter principale, Tier 0, ce ne sono altri 11 in tutta Europa che si chiamano Tier 1, che tengono il backup istantaneo in fibra ottica, 140 Tier 2 e altre centinaia di Tier 3  che sono generalmente centri di calcolo di università.

Questa esigenza ha consentito di sviluppate una serie di tecnologie informatiche che poi sono diventate di uso comune. Pensiamo all'informatico del CERN Tim Berners Lee, che nel 1989 inventò il WWW, poi noto come World Wide Web, come sistema distribuito in real-time per l'acquisizione di dati scientifici e sistemi di controllo.