Dal compact disc al MiniDisc

Abbiamo ripercorso la storia dei lettori audio/video portatili, dagli albori di inizio secolo fino ai giorni nostri.

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a cura di Tom's Hardware

Dal compact disc al MiniDisc

All'inizio degli anni '80 abbiamo visto l'arrivo del compact disc. La prima tecnologia ottica a vasto mercato, i player compact disc diventarono rapidamente prodotti portatili, con i primi dispositivi nel 1984. Sony chiamò questi sistemi "Discman", ma il nome fu cambiato poi in un secondo momento con il più familiare Walkman. I player portatili seguirono lo stesso itinerario delle musicassette, offrendono opzioni portatili - spesso con il richiestissimo buffer anti-shock per l'uso mobile - e i più grandi, combinando unità radio-cassette-CD, alle quali venivano aggiunte funzionalità CD al familiare formato delle musicassette.

Per colmare il gap iniziale, gli adattatori di musicassette potevano essere utilizzati per connettere i player CD ai sistemi audio esistenti delle macchine. Il primo sistema "in-car" dedicato arrivò nel 1984, insieme ai player portatili. I player CD in-car sono generalmente identificabili in un dispositivo con singolo slot o un caricatore di CD, quest'ultimo controllato da un'unità, con i dischi alloggiati all'interno del caricatore. Questa richiedeva spesso l'installazione da parte di specialisti, per cui i caricatori divennero una caratteristica dei sistemi audio per auto di fascia alta. I sistemi più generalisti e meno complicati vennero inseriti dai produttori di auto e diventarono il componente audio standard alla fine degli anni 90.

Player Mini Disc di Sony

Player Mini Disc di Sony

Un prodotto di scarso successo che ha seguito il CD è stato il MiniDisc, presentato nel 1992. I dischi erano più piccoli dei CD e utilizzavano la compressione proprietaria ATRAC di Sony per immagazzinare fino a 80 minuti di musica; in commercio erano presenti inoltre anche versioni dati. I player potevano amministrare due tipi di dischi: i premasterizzati solamente leggibili e dischi magneto-ottici leggibili e scrivibili. Entrambi i dischi erano incastonati in una cartuccia protettiva. In breve la format war con le Digital Compact Cassette venne vinta dai MiniDisc di Sony che malgrado il successo non diventarono mai un formato popolare. Persino il supporto MP3 non aiutò, in quanto Sony permetteva solo di registrare sul disco e non di trasferire gli MP3 sul PC. I dischi riscrivibili divennero popolari nel settore giornalistico, più attendibili delle registrazioni su nastro e con opzioni di registrazione in bassa qualità che permettevano molte ore di registrazione vocale immagazzinate in un singolo disco. Il nuovo formato 1 GB Hi-MD divenne l'ideale per l'immagazzinamento dei dati e dell'audio, con la possibilità di collegare i player all'USB del PC. I player erano retrocompatibili con lo standard MiniDisc.

I MiniDisc avevano un vantaggio sui CD come media portatile: le specifiche hardware richiedevano almeno 10 secondi di buffer. Questo significa che passare da una traccia all'altra era raro, e i MiniDisc potevano essere usati anche durante questo periodo. I player potevano essere inoltre molto piccoli, in alcuni casi non molto più grandi rispetto ai caricatori di dischi. Sony aveva prodotto anche dispositivi portatili più grandi, utilizzando i MiniDisc per rimpiazzare le musicassette.

La variante digitale NetMD poteva essere usata per immagazzinare e riprodurre i media digitali, attraverso il software proprietario di Sony per caricare i dati all'interno del disco. Questo è stato un processo a senso unico e tuttavia, i dati immagazzinati in un dispositivo NetMD non potevano essere copiati su un altro PC - sebbene una versione rinnovata del software permettesse il trasferimento della musica a due vie. Il supporto MP3 nativo è stato aggiunto nel 2005, sebbene questo non abbia avuto un grande impatto sul mercato, principalmente a causa degli hard disk ad alta capacità e dei player flash.

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