Dalla Terra a Marte in 70 giorni con la propulsione elettromagnetica, si può fare

Un esperimento condotto presso i laboratori NASA sembra dare credito alla propulsione elettromagnetica come possibile soluzione per i viaggi interplanetari. Ecco di cosa si tratta.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Uno dei maggiori ostacoli per i viaggi interplanetari è sempre stato stipare abbastanza carburante per arrivare nelle zone più remote del sistema solare. Un gruppo di scienziati della NASA potrebbe avere trovato una soluzione con un motore che non richiede carburante e consentirebbe di arrivare su Marte in 10 settimane.

EM Drive 2

EM Drive in test

Stiamo parlando dell'EM Drive, un'unità elettromagnetica che non è una novità in senso assoluto dato che fu proposto circa 15 anni fa dall'ingegnere britannico Roger Shawyer. Allora fu accolto con estremo scetticismo dalla comunità scientifica in quanto il principio di funzionamento stesso pareva infondato. Semplificando, l'idea di base infatti è quella di convertire l'energia elettrica in una spinta, senza espulsione di propellente. Un concetto che contrasta con alcune delle più elementari leggi della fisica, tra cui la terza legge del moto di Newton in cui si afferma che "per ogni azione esiste una reazione uguale e contraria". Nei motori a razzo tradizionali il flusso di propellente espulso attraverso lo scarico crea una reazione opposta spingendo la navicella spaziale in avanti.

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Nel 2010 un gruppo di fisici cinesi aveva osservato una forza di accelerazione in un dispositivo simile. La stessa esperienza fu riferita dalla NASA nel 2014. Tuttavia nessuno dei due esperimenti era stato condotto in condizioni di vuoto, e questo portò alcuni ricercatori a credere che il presunto effetto di propulsione fosse un banale errore sperimentale.

Stando a quanto diffuso da NASA spacefglight.com, di recente tuttavia presso gli Eagleworks Laboratories della NASA si è svolta una terza prova in cui un EM Drive ha svolto con successo l'azione di propulsione in condizioni di vuoto. I ricercatori hanno smorzato l'entusiasmo esortando a non iniziare subito con i preparativi per un tour di Alpha Centauri. Il risultato però è un punto di partenza importante per ritenere possibili i viaggi a velocità superiori a quella della luce.

Se un giorno questa tecnologia verrà davvero implementata potrebbe essere usata per spingere un'astronave dalla Terra alla Luna in quattro ore, o a Marte in 70 giorni. Non solo: con un motore simile la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) potrebbe mantenersi in orbita senza necessità di spinte intermittenti in altitudine. E i satelliti geostazionari potrebbero usarla per mantenersi in orbita riducendo la massa al lancio da 3 a 1,3 tonnellate, con una significativa riduzione di costi.