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a cura di Tom's Hardware

Va bene, va bene. Tutto giusto. Però... Però, a mio modesto parere, anche se spesso ammonisce il suo lettore in merito alle difficoltà che incontrerà nell'affrontare lo studio della sua opera, non è detto che Dante avesse escluso a priori una lettura in chiave "romanzesca" della sua Commedia. Ciò è provato dalla presenza degli espedienti tipici del genere, come la suspense, le limitazioni momentanee dell'onniscienza del narratore, l'uso del sorprendente e dell'inaspettato, del colpo di scena, la drammatizzazione delle situazioni, il richiamo esplicito e frequente a opere di carattere epico-avventuroso come l'Eneide.

Troppo spesso, infatti, per apprezzare La Divina Commedia come opera di altissima poesia, si finisce per non stimarla abbastanza come resoconto di un viaggio, forse immaginario ma certo straordinario. Solitamente, si ritiene infatti che l'immaginazione non possa e, anzi, non debba "giocare" con gli strumenti della teologia o della filosofia. Dante, in molti punti della sua opera, ci dimostra il contrario.

divina xenomorfo

Dante era un uomo di grandissima cultura. Una cultura che era superiore, almeno quantitativamente, alla media di un uomo attuale. Anche in campo scientifico padroneggiava più che discretamente le limitate conoscenze contemporanee. Ne sapeva abbastanza da sapere che il viaggio del suo racconto era "fisicamente impossibile" per così dire.

Una volta accettata l'impossibilità del viaggio Dante procede utilizzando tutti i dati e gli strumenti conoscitivi della scienza del suo tempo: astronomia, filosofia, soprattutto, ma anche storia, geografia e moltissimo altro, così come farebbe un bravo scrittore di fantascienza attuale. Non solo, ma come ogni bravo scrittore di fantascienza, Dante aveva il desiderio di applicarle alla sua opera, a differenza dell'Ariosto, ad esempio, che se ne frega altamente di qualsivoglia parvenza di verosimiglianza scientifica.

Certo, ora sappiamo che Dante non sapeva molte cose, come per esempio le innumerevoli complicazioni che comporterebbe scendere così in profondità sotto la superficie terrestre. Poveri noi, mi viene da pensare: guai se Dante avesse potuto uscire dalle limitazioni delle conoscenze del mondo antico! Ad esempio, a quel tempo si credeva che i pianeti fossero perfettamente lisci e lucidi; se solo avesse potuto conoscere l'oceano di Europa sotto il ghiaccio, le sabbie di Marte, le nubi eterne di Venere, gli anelli di Saturno, chissà che episodi ne sarebbero usciti!