Datalytics: noi sappiamo analizzare i sentimenti della Rete

Datalytics è una startup romana che offre un servizio di monitoraggio e analisti dei comportamenti degli utenti sui social network. Possono sapere in anticipo se un prodotto avrà successo oppure se un evento sarà seguito.

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a cura di Dario D'Elia

Datalytics è una startup che è capace di "dare un senso ai Big Data". In pratica è in grado di monitorare le attività sui social network per offrire alle aziende un responso chiaro sul coinvolgimento degli utenti in relazione a eventi o prodotti. Ad esempio su La Stampa è attivo un loro widget che rappresenta il Twitter Buzz sulle partite di Juventus e Torino nel campionato di Serie A e nelle coppe europee. Intervistiamo il fondatore Davide Feltoni Gurini.

Startup italiane di successo

La rubrica è completamente dedicata alle nuove realtà imprenditoriali emergenti, ovviamente legate al mondo della tecnologia e del digitale. Ogni settimana Tom's Hardware darà visibilità a una startup e il suo fondatore, nella speranza che altri giovani possano trarre ispirazione. E magari qualche business angel o venture capital si metta una mano sul cuore e un'altra al portafogli. Scrivetemi a dario.delia@tomshw.it.

Perché a 50 anni dalla morte di John Fitzgerald Kennedy c'è una frase del discorso del suo insediamento che è ancora carica valore e forza propulsiva. "Non chiedete che cosa il vostro paese può fare per voi, ma cosa voi potete fare per il vostro paese".

Pronti. Partenza. Via!


Presentati

Datalytics è stata fondata da, me Davide Feltoni Gurini (CEO) e da Marco Caruso (CTO). Io (29 anni) sono dottorando di ricerca in Intelligenza Artificiale presso l'Università di Roma Tre, dopo aver conseguito una laurea in Ingegneria Informatica con una tesi su un sistema di sentiment analysis chiamato TwitterSA. Marco (29 anni) è un ingegnere freelance e si occupa della gestione del reparto tecnologico di Datalytics. Vanta anni di esperienza nello sviluppo di siti web avanzati e progettazione di architetture scalabili sui Big Data.

I fondatori

Principalmente lavora con HTML5, PHP, JQuery, AngularJS, Ajax e MongoDB. Il team è completato da Noemi Giammusso (25 anni, CFO) e Mauro Vecchio (32 anni, Marketing e Comunicazione). Negli ultimi mesi abbiamo accolto in Datalytics Gabriele De Capoa e Alessio Ciccarelli (backend), Matteo Sabetta (junior business developer) e Roberto Rosa (frontend).


Presenta la tua startup

Datalytics nasce alla fine del 2012 da una scommessa su chi avrebbe vinto le primarie del Partito Democratico. Avevo da poco ultimato la mia tesi di laurea su un framework per la sentiment analysis chiamato TwitterSA. Con Marco ho lavorato allo sviluppo di alcuni algoritmi per il monitoraggio degli stati d’animo espressi nei post su Twitter. Partono così le prime analisi, ripetute in occasione del Festival di Sanremo (2013) e delle Elezioni politiche (2013). Gli algoritmi sviluppati restituiscono in tutte le occasioni una previsione corretta dei risultati.

Dashboard sentiment

Dopo un periodo di accelerazione presso Luiss Enlabs, nel giugno 2014 viene costituita la società. Datalytics sfrutta degli algoritmi di Intelligenza Artificiale applicati al settore dei Big Data, per garantire l’utilizzo dei dati social rilevati in tempo reale su Twitter. Una dashboard self-service permette l’avvio di analisi completamente personalizzabili, a partire da singole entità e/o hashtag da monitorare online. Con una semplice applicazione web diventa possibile monitorare e migliorare la cosiddetta web reputation, per anticipare i bisogni e le richieste degli utenti/consumatori, potenziare la qualità del customer service e pianificare operazioni di marketing in ambiente web.

In pratica, con le nostre soluzioni di Monitoring è possibile monitorare la conversazione social su brand, prodotti o eventi. La mole di informazioni estrapolate deve però essere rappresentata in forma chiara ed immediatamente fruibile. Ecco perché forniamo delle soluzioni di Engage che permettono di implementare infografiche e widget su siti web e maxischermi. Con la possibilità di avviare contest e giochi social per aumentare il grado di coinvolgimento degli utenti. Su La Stampa è ora attivo un nostro widget a rappresentare il Twitter Buzz sulle partite di Juventus e Torino nel campionato di Serie A e nelle coppe europee.


La più grande difficoltà che hai incontrato nello sviluppo del tuo progetto

Avendo un know-how tecnico, abbiamo dovuto affrontare – almeno inizialmente – grandi difficoltà nella strutturazione del progetto. Per entrare nell'universo business abbiamo cercato di fare il lavoro di tutti senza avere delle competenze specifiche per le diverse aree della startup, dall'aspetto finanziario a quello commerciale e di comunicazione. Diversi professionisti hanno abbracciato con grande entusiasmo il nostro progetto, il che ci ha permesso di iniziare quest'avventura imprenditoriale con il giusto mix di competenze.

Dashboard influencers


Un consiglio per tutti gli startupper

Il consiglio che riteniamo più prezioso è quello di non farsi scoraggiare nel momento in cui si decide di entrare in un mercato con diversi competitor in fase già matura. In realtà, la presenza di competitor forti rappresenta una grande opportunità offerta da un mercato aperto e in via di sviluppo.  Vuol dire che ci saranno persone e aziende disposte ad acquistare un servizio simile.

Dashboard test


Un errore da non fare

Dal nostro punto di vista un errore comune di molte startup è quello di ragionare a brevissimo termine per quanto riguarda investimenti e cessione di quote societarie. Perché considerare la propria startup come un semplice progetto anziché che come un'azienda vera e propria, con ampi margini di crescita e scalabilità?

Sfida Twitter


Cosa cambiare in questo paese per favorire le startup

Non bisogna limitarsi ad agevolare la tassazione per chi investe, piuttosto sarebbe opportuno un efficace snellimento dell’impianto burocratico per l’avvio di nuove società (dipendenti, pagamenti, fornitori) e in generale dell’intera parte amministrativa.


Tre motivi per continuare a fare impresa e credere nel Made in Italy

  • Contribuire al rilancio dell'economia italiana con la creazione di progetti innovativi
  • I nostri professionisti rimangono tra i migliori al mondo, sarebbe bene non perdere questo patrimonio di conoscenze
  • Il "Made In Italy" all'estero è ormai quasi sinonimo di alta moda, buon cibo e automobili. Bisognerebbe lavorare per rilanciare il settore tecnologico che purtroppo resta ancora indietro rispetto a quello di altri Paesi.

 


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