Decreto Comunicazioni affossato: dopo le motivazioni la nuova strategia

Il Decreto Comunicazioni dedicato al progetto ultra-broadband è saltato a causa delle criticità sollevate dal Dipartimento affari giuridici di Palazzo Chigi.

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a cura di Dario D'Elia

Il Decreto Comunicazioni è saltato, ma il progetto di sviluppo ultra-broadband del Governo è ancora piedi sebbene per la messa in pratica tutto appare più complesso. Ieri il Dipartimento affari giuridici e legali di Palazzo Chigi ha confermato che per una parte del decreto legge sarebbe stato difficile giustificarne l'urgenza, mentre per altre iniziative se ne poteva fare a meno. Insomma, come ha spiegato Antonello Giacomelli, sottosegretario allo Sviluppo economico, la palla passa al Cipe e a Palazzo Chigi.

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Entrando nel merito il pacchetto di sviluppo da 7 miliardi di euro verrà di fatto diviso. Partnership pubblico-privata, l'azione diretta di investimento e l'intervento a incentivo verranno girati al Comitato interministeriale per la programmazione economica. Conclusa la consultazione con gli operatori TLC e messo in piedi un piano ad hoc in autunno potrebbe finalmente iniziare l'avvio lavori. Mentre per il credito d'imposta, i voucher e il fondo di garanzia il Governo potrebbe ipotizzare – ma non l'unica opzione – un disegno di legge specifico.

Il decreto Comunicazioni secondo gli esperti rischiava di essere spazzato via a distanza di tempo da un eventuale parere negativo di Bruxelles, che già aveva fiutato il rischio "aiuti di Stato". In questo mondo invece Palazzo Chigi sembrerebbe avere il tempo per una delibera Cipe dedicata all'assegnazione fondi.

Tanti i temi delicati. Uno su tutti se sostenere solo i progetti fiber-to-the-home o anche quelli fiber-to-the-cabinet che prevedono ancora l'impiego di rame e fibra. Telecom Italia, Fastweb e Vodafone da tempo stanno investendo nella soluzione più conservativa, ma fornendo servizi con prestazioni diverse.

vectoring
Vectoring

In molti si chiedono perché l'ex monopolista non giochi la carta dei 100 Megabit ad esempio. La risposta è nell'impiego del vectoring (VDSL2) – la tecnologia che consente di incrementare le prestazioni su rame riducendo il livello di interferenze. Oggi le apparecchiature correlate non permettono l'accesso agli altri operatori in ottica di noleggio infrastruttura. Quindi per i 100 Mega, Telecom o porta la fibra direttamente negli appartamenti oppure giocando il vectoring sul cabinet (FTTC) rischia di tirarsi dietro un'indagine anti concorrenziale del Garante.

Bruxelles ha sollevato la questione di fronte al piano ultra-broadband della Germania. Ha dato l'ok infatti agli investimenti nel fiber-to-the-home ma non al fiber-to-the cabinet perché il vectoring non permette libera condivisione degli accessi alla rete fra tutti gli operatori con effetti distorsivi sulla competizione.