Il successo incerto di Windows 8 e il rallentamento inaspettato degli aggiornamenti a Windows 7 nelle aziende sono fra i motivi che hanno spinto Dell a rinunciare alla quotazione in Borsa. L'argomento è sviluppato nel documento che Dell ha depositato alla Securities and Exchange Commission, la commissione di vigilanza per le aziende statunitensi quotate in borsa.
Windows 8 è colpevole?
Le 274 pagine infatti sono state redatte per spiegare agli investitori i motivi che hanno spinto l'azienda a volersi chiamare fuori dai mercati finanziari, rilevando tutte le quote azionarie per un controvalore pari a 24,4 miliardi di dollari.
Si parla di "deterioramento delle prospettive per il mercato PC come risultato della cannibalizzazione delle vendite da parte di smartphone e tablet", unito appunto alla spinta che il produttore si aspettava da Windows 8 e che a quanto pare non è arrivata.
La domanda debole a livello globale ha eroso progressivamente i margini di guadagno, e visto che i vertici della società non prevedono miglioramenti nel medio periodo si è ribadito nel documento quello che Michael Dell aveva già detto con Consiglio di Amministrazione lo scorso dicembre: il buyout dalla borsa è la cosa migliore per l'azienda e per gli azionisti.
Tre offerte sul piatto: si deciderà a breve chi finanzierà l'uscita di Dell dalla Borsa
Nel documento non si entra nello specifico delle tre offerte che ci sono sul piatto, ossia la prima del fondo Silver Lake insieme a Microsoft, quella del fondo di private equity Blackstone Group e quella del magnate Carl Icahn. Secondo fonti anonime dell'agenzia Reuters Michael Dell avrebbe però incontrato privatamente gli amministratori del Blackstone Group la scorsa settimana per meglio discutere dell'offerta. Nono sono però trapelate indiscrezioni sui contenuti e sugli esiti dell'incontro.