Diritto di critica e conclusioni

Scrivere un commento in un momento di rabbia, affibbiando ad altri fatti e qualità offensive, può costare caro. Legalmente si rischia di incorrere nel reato di diffamazione.

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a cura di Tom's Hardware

Diffamazione e diritto di critica

Un rilevante problema che si pone soventemente è quindi quello di delineare il confine che separa il diritto alla critica dal reato di diffamazione. La Costituzione, infatti, all'art. 21 garantisce a tutti i cittadini il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero nelle diverse forme ma ciò deve avvenire sempre nel rispetto dell'onore e dell'altrui reputazione. Venendo meno questi ultimi aspetti è chiaro che i diritti di cui all'art. 21 troveranno come limite la qualificazione del reato in questione. 

Pertanto è sempre opportuno prestare la massima attenzione prima di digitare sulla tastiera delle parole che, magari espresse in un momento d'ira, potrebbero esporre l'autore ad importanti conseguenze, anche sotto il profilo legale. 

Conclusioni

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Come si è visto, infatti anche una banale critica espressa però con un linguaggio ostile ed offensivo può determinare una responsabilità penale dell'autore ed è per tale motivo che l'attenzione deve essere innanzitutto posta nelle forme in cui ci si vuole esprimere, le quali devono rientrare prima di tutto nei normali canoni della buona educazione. Del resto, chiunque è (o dovrebbe essere)  padrone di sé stesso e in grado di cogliere autonomamente il momento in cui si travalica il confine tra il diritto di critica e la diffamazione; è importante assumere la consapevolezza delle conseguenze che possono derivare da tali comportamenti, senza poi commettere l'errore di pensare di restare impuniti utilizzando dei nomi fittizi poiché il totale anonimato on line è sovente una chimera e tramite le varie "tracce" lasciate in rete le Forze dell'ordine possono riuscire, più o meno agevolmente, a individuare i responsabili degli illeciti.