Difficoltà variabile

Torniamo a occuparci di Bitcoin, con questo secondo articolo che espande e completa la prima parte pubblicata alcune settimane fa. Scopriamo come funziona il mining e se conviene, ma soprattutto cerchiamo di capire le implicazioni economiche e finanziarie.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Difficoltà variabile

La potenza di calcolo necessaria per minare BTC si misura in GH/s (gigahash al secondo) o multipli. Qualcuno ha tentato di confrontare questa misura con i FLOPS, cioè l'unità che misura le prestazioni di computer e (soprattutto) supercomputer, ma si tratta di un conteggio che lascia il tempo che trova: per minare BTC infatti i computer eseguono calcoli in virgola fissa, mentre FLOPS indica la capacità di eseguire calcoli in virgola mobile (FLoating point Operations Per Second).

L'affermazione secondo cui la rete Bitcoin supera l'insieme dei più potenti supercomputer è quindi poco più di una battuta, a meno che non ci si limiti - appunto - alla capacità di eseguire attacchi bruteforce per trovare nuove monete, e solo alle prestazioni integer - ignorando quelle a virgola mobile.  

Andamento della difficoltà nell'ultimo anno

In ogni caso, tutti i computer che minano BTC, messi insieme, rappresentano una potenza molto alta. Com'è possibile che non trovino le chiavi per i nuovi BTC in pochi millesimi di secondo? La risposta a questa domanda si chiama "difficoltà variabile". Un'idea brillante, che garantisce il ritmo costante nell'emissione di nuovi blocchi, quindi di nuovi BTC: un nuovo blocco ogni 10 minuti.

  HD 5830 HD 6990 BFL Single BFL miniRig Avalon Box BFL Jalapeno ASICminer USB ASICminer Blade
Hash Rate 250 MH/s 700 MH/s 830 MH/s 25.2 GH/s 66 GH/s 5 GH/s 300 MH/s 10 GH/s
Consumo 153 W 357 W 80 W 1200 W 620 W 30 W 2.6 W 100 W
MH/s per Watt 1.63 1.96 10.4 21 106 167 115 100

Si tratta di un aspetto che gli ultimi arrivati spesso non comprendono o sottovalutano. Il principio di funzionamento è relativamente semplice: il sistema è programmato per accettare chiavi parziali. Nel tentativo di "scardinare" la protezione crittografica, in altre parole, non è necessario trovare la chiave completa; è sufficiente infatti trovare solo una parte dei caratteri che la compongono. Ciò significa che si possono ottenere i 25 BTC (più un piccolo extra) anche se si scoprono solo 7 caratteri su 10 di quelli necessari per violare l'algoritmo SHA-256.

Ebbene, questo parametro è variabile, e a seconda della potenza totale distribuita sulla rete sarà necessario trovare chiavi più o meno lunghe per minare. La valutazione si basa sul numero di blocchi generati (nella blockchain) ogni due settimane: se sono più di 2016, significa che c'è molta potenza di calcolo in gioco, e allora la difficoltà aumenta. Se sono meno, la difficoltà diminuisce. È successo solo alcune volte dal 2009, ma accade sempre più spesso - segno che ci sono sempre più computer collegati alla rete BTC.

Mining con AMD Radeon HD 6990 (dual GPU)

Ecco quindi un'altra variabile da tenere in considerazione. C'è il costo dell'hardware, qualsiasi esso sia, e quello dell'elettricità. Uno potrebbe calcolare tutto per guadagnare una decina di BTC al mese, per esempio, ma poi vedere i propri piani rovinati perché tutti si comprano dieci ASIC, la difficoltà cresce e il proprio sistema diventa inutile prima di raggiungere il pareggio. Non è un gioco facile in cui vincere.

È ragionevole prevedere che per questo autunno la potenza di calcolo totale sarà pari a circa 1000 TH/s, considerato come stanno andando le vendite di ASIC e il costante aumento dei minatori. Parliamo di una potenza che moltiplica per dieci quella attuale, e la difficoltà aumenterà di pari passo. Che significa? Significa che spendere denaro per un ASIC oggi è folle: per quando ve lo consegneranno, sarà impossibile recuperare l'investimento. Certo, ci si può permettere di usarlo per un po' almeno - cosa che non si può dire delle schede grafiche, considerata la loro fame di elettricità.