Dilettanti e abusivismo

Abbiamo chiacchierato con Luciano Ponzi e scoperto quanto la tecnologia pesi nell'investigazione privata.

Avatar di Valerio Porcu

a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Se gestire concorrenti agguerriti fa parte del gioco, non si può dire lo stesso dei numerosi investigatori improvvisati che ormai si trovano un po' dappertutto. Tutti, ci ricorda Luciano Ponzi, hanno un qualche amico o un "amico di un amico" che sa fare una certa cosa, come mettere dello spyware su un PC o piazzare una microspia da qualche parte.

È bene sottolineare che qualsiasi azione del genere è apertamente illegale, in alcuni casi persino per gli investigatori stessi. Molti negozi vendono online dispositivi "da spia" di ogni tipo e per ogni tasca, "compresi telefoni clonati e i software per controllare lo smartphone degli altri. Non è possibile clonare la SIM, ma si può installare del malware sul telefono. Comprare e usare questi dispositivi è illegale da parte di privati", spiega Ponzi.

"Io mi sono sempre stupito per il proliferare di questi Spy shop, che avviene senza interventi da parte delle autorità. Se la cavano con un semplice avviso, perché l'oggetto in sé si può vendere. Dovrebbero informare il cliente sul possibile uso dell'attrezzatura, cosa che secondo me non avviene, e poi far firmare una liberatoria se sono furbi", commenta poi l'investigatore.

Il risultato è "un proliferare di abusivismo da parte di molti amatori che rischiano il penale, e che spesso vengono da noi perché si sono fatti beccare".