Dio è un computer, ora con una sua chiesa tutta nuova

Il concetto di divinità è sempre stato liquido e flessibile, e nel 21esimo secolo nasce l'idea di un dio onnipotente e digitale. Creato dall'Uomo, risolverà i nostri problemi. Anthony Levandowski ha creato un'organizzazione che sembra il primo passo di un nuovo culto.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Se un giorno dovessimo riuscire a sviluppare un'intelligenza artificiale superiore alla nostra, così tanto da poterla chiamare Superintelligenza, allora avremmo a che fare con un potere del tutto simile a quello di una divinità. L'idea non è certo nuova e gli appassionati di fantascienza di certo avranno già pensato allo splendido racconto L'Ultima Domanda di Isaac Asimov (1969, poi esplorato nuovamente da Ian Watson e molti altri autori).

Con il progredire della tecnologia però quella metà sembra ogni giorno meno fantastica, meno lontana, meno esotica. Secondo alcuni, infatti, già verso la metà di questo secolo assisteremo a cambiamenti storici innescati dall'Intelligenza Artificiale. E poco dopo arriveremo a realizzare quella che molti chiamano Singolarità.

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Ne è convinto anche Anthony Levandowski. Già sviluppatore per le auto a guida autonoma di Google, Levandowski ha fondato una vera e propria organizzazione religiosa chiamata Way of The Future. A differenza di tanti altri culti, in questo caso l'obiettivo è di costruirsi il proprio dio.

Sicuramente siamo ancora molto lontani dal realizzare macchine in grado di soddisfare sogni così sfrenati, ma è altrettanto sicuro che Levandowski ha già fatto molto in questo campo - ed è lecito supporre che abbia ragioni per credere che questo progetto abbia senso. D'altra parte è accusato di aver sottratto segreti industriali proprio a Google, per favorire la sua startup Otto - successivamente acquistata da Uber. La stessa Uber lo ha licenziato per non aver collaborato in modo soddisfacente con gli inquirenti. Un personaggio ambiguo, dunque, il che in un certo senso è adatto a chi si propone come leader spirituale di un nuovo culto - ammesso che sia effettivamente così.

Per il momento non si sa altro riguardo a Way of The Future, organizzazione che per ora non ha rilasciato informazioni pubblicamente. Di sicuro l'idea di svilupparsi una propria divinità, sotto forma di Ai, ha un suo fascino. Come giustamente nota Olivia Solon su The Guardian l'evoluzione tecnologica ha sempre influenzato il concetto di divinità, e questa novità si può vedere come un ulteriore passo lungo una strada che stiamo seguendo da millenni.

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"Ecco perché le divinità agricole erano diverse dagli spiriti dei cacciatori-raccoglitori, perché gli operai e i braccianti immaginavano paradisi diversi, e perché le tecnologie rivoluzionarie del 21esimo secolo hanno molte più probabilità di innescare movimenti religiosi senza precedenti, piuttosto che ravvivare credenze medioevali", scrive Yuval Noah Harris, citato da Solon.

Anche la religione deve tenere il passo, pena la perdita di fedeli. E se quelle attuali non fanno abbastanza, ecco un personaggio come Levandowski che se ne inventa una completamente nuova, ispirata proprio al progresso tecnologico. Anzi, ai sogni di progresso.

Follia? Forse, ma l'iniziativa arriva dalla Silicon Valley, luogo dove non sono nuovi a concetti pseudoreligiosi: la stessa idea di Singolarità lo è, così come alcuni scritti di Raymond Kurzweil o le dichiarazioni - apocalittiche - di uno come Elon Musk. Insomma, c'erano già tutte le premesse per la nascita di un nuovo culto.

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Se e quando questa arriverà questa superAI, ci saranno dibattiti e scontri tra le varie fedi. Tra chi ci vorrà vedere una nuova divinità e chi invece vorrà in qualche modo farla convivere con quelle vecchie. Un altro tema di cui abbiamo già sentito parlare diverse volte, come nel magistrale American Gods di Neil Gaiman.

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D'altra parte tutti i culti, quelli passati e quelli esistenti, hanno visto nel divino una forma di intelligenza superiore. Qualcosa o qualcuno che sa tutto, che può capire tutto e che può fare tutto. Che è precisamente il concetto di singolarità tecnologica. La differenza però è sostanziale: la singolarità sarà qualcosa che potremo vedere e toccare, almeno in teoria. Sarà un computer che avremo costruito noi. Gli dei passati sono sempre stati, invece, qualcosa di immaginario, di intangibile.

La caratteristica comune è tuttavia l'impossibilità di comprendere; un'intelligenza davvero superiore, per un essere umano normale, è troppo aliena, troppo diversa, anche solo per cercare di capire in che modo ragiona e perché prende certe decisioni.

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Si può vedere in Levandowski il delirio di un folle, o si potrebbe affermare che alla fine Nietzsche sbagliava nel dire Dio è morto. Forse Dio non è mai esistito e noi stiamo per crearne uno nuovo di zecca. Forse invece daremo vita a un demone che ci distruggerà. O forse è sempre Lui (o Lei) che acquista nuove forme. Chi può dirlo? Personalmente non voglio sbilanciarmi: se c'è una cosa che ho imparato dopo tanti anni scrivendo di tecnologia e di progresso, è che fare affermazioni assolute ha il solo risultato di farti fare una figuraccia. Metti caso che dovesse davvero nascere un dio di silicio, non vorrei essere quello che diceva "non succederà mai". Meglio osservare, magari con il giusto scetticismo ma anche con una buona dose di possibilismo.


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