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a cura di Elena Re Garbagnati

A tutti sarà capitato di avere mal di cervicale, mal di schiena o un'infiammazione al nervo sciatico. Finché dura pochi giorni è "solo" un fastidio, quando si protrae a lungo e comporta anche formicolio a un braccio o a una gamba, e dolori molto intensi, in genere si procede con esami approfonditi che possono rivelare la presenza di un'ernia al disco. Chi è arrivato a questo punto e ha avuto questa diagnosi sa bene che opzioni per una possibile soluzione vanno dalle sedute di fisioterapia a diversi tipi di interventi chirurgici.

Ab medica da un decennio commercializza Discogel, un dispositivo medico che consiste in una sostanza iniettabile composta da etanolo gelificato. Viene iniettata all'interno del nucleo polposo, dove segue e riempie tutte le fessurazioni del disco. La prima funzione che ha è quella di disidratare l'ernia grazie all'azione dell'etanolo, successivamente crea una sorta di "ovatta", come se fosse cotone bagnato che si forma grazie al derivato di cellulosa (che è un composto biocompatibile), che resta all'interno del disco formando di fatto una protesi parziale molle, che conserva la mobilità del disco e toglie il dolore.

La dottoressa Chiara Scalera, biomaterial laboratory responsible, ci ha spiegato che "questo è l'unico materiale esistente che non va a togliere nulla, ma al contrario va a ricostruire quello che era il contenuto e la funzione del disco". Ovviamente è la valutazione medica a stabilire se il trattamento con Discogel sia adeguato, perché "non tutti i pazienti affetti da ernia discale sono candidabili. In particolare, i pazienti candidabili devono avere un contenuto idratato del disco perché la funzione di trasformazione di Discogel avviene grazie alla presenza di acqua e di idratazione all'interno del disco. I pazienti che presentano un disco disidratato o compromesso non possono effettuare questo trattamento. Inoltre deve esserci un buonissimo collegamento fra il nucleo polposo e l'ernia, altrimenti il principio di richiamo che consente la trasformazione del Discogel in "spugna" non può avvenire".

"Questa soluzione ha il vantaggio di prevenire le recidive, perché l'ovatta che si viene a creare tappa anche il foro creato con l'iniezione. Il problema delle recidive è dovuto principalmente al fatto che in tutte le altre tecniche che prevedono l'inserimento di qualcosa all'interno del disco non chiudono quello che vanno a creare, quindi c'è sempre un'azione di fuoriuscita. In Italia sono tantissimi anni che viene approntato questo trattamento, abbiamo una casistica di circa 8000 casi, e in nessuno si è verificata una recidiva".

Il trattamento viene effettuato in sala operatoria perché anche se è semplice e veloce (una quarantina di minuti) necessita di un ambiente sterile, e avviene mediante un ago sottile come un capello. Nei pazienti compatibili è possibile effettuare il trattamento su tutti i dischi, dai lombari ai cervicali, anche su più dischi contemporaneamente. Non serve nemmeno l'anestesia locale, e dopo l'intervento il paziente può andare a casa.

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