Disinformazione, a un anno di distanza l'applicazione del codice UE è ancora altalenante

La Commissione europea ha pubblicato oggi le prime relazioni annuali di autovalutazione presentate da Facebook, Google, Microsoft e altre piattaforme in conformità del codice di buone pratiche sulla disinformazione. I risultati, in via di valutazione, sono ancora molto altalenanti.

Avatar di Alessandro Crea

a cura di Alessandro Crea

La Commissione europea ha pubblicato oggi le prime relazioni annuali di autovalutazione presentate da Facebook, Google, Microsoft, Mozilla, Twitter e 7 associazioni europee del settore in conformità del codice di buone pratiche sulla disinformazione. Le relazioni dei firmatari del codice descrivono i progressi compiuti nel corso dell'ultimo anno nella lotta contro la disinformazione online. Il codice di buone pratiche è uno strumento di autoregolamentazione che è stato avviato nell'ottobre 2018 e costituisce un importante pilastro del piano d'azione contro la disinformazione.

"Consideriamo particolarmente positiva la pubblicazione, da parte dei firmatari del codice di buone pratiche, delle autovalutazioni in merito all'attuazione dei loro impegni. In particolare, siamo lieti di constatare che le piattaforme online si sono impegnate a rendere più trasparenti le loro politiche e a instaurare una cooperazione più stretta con i ricercatori, i verificatori dei fatti e gli Stati membri", si legge nella dichiarazione congiunta rilasciata da Vĕra Jourová, commissaria per la Giustizia, i consumatori e la parità di genere, Julian King, commissario responsabile per l'Unione della sicurezza, e Mariya Gabriel, commissaria per l'Economia e la società digitali. "I progressi realizzati variano però notevolmente tra i firmatari e le relazioni forniscono scarse informazioni sull'effettiva incidenza delle misure di autoregolamentazione adottate nel corso dell'anno precedente e sui meccanismi di controllo indipendente".

Tra i principali risultati emersi dalle relazioni di autovalutazione emergono soprattutto:

  • Un miglioramento della trasparenza rispetto al 2018 e l'avvio di un dialogo più intenso con le piattaforme sulle loro politiche di lotta alla disinformazione.
  • Una messa a disposizione di dati e strumenti di ricerca ancora episodica e arbitraria e non rispondente alle esigenze dei ricercatori ai fini di un controllo indipendente.
  • Una notevole varianza della portata delle azioni intraprese da ciascuna piattaforma per dare attuazione ai propri impegni e una permanenza di differenze tra gli Stati membri per quanto riguarda l'attuazione delle politiche delle piattaforme, la cooperazione con i portatori di interessi e la sensibilità ai contesti elettorali.

È in corso la valutazione generale della Commissione sull'efficacia del codice di buone pratiche. Oltre alle autovalutazioni redatte dai firmatari, la Commissione terrà conto di:

  • Un contributo del gruppo dei regolatori europei per i servizi audiovisivi (ERGA) previsto nel piano d'azione contro la disinformazione
  • Una valutazione da parte di un organismo terzo selezionato dai firmatari, come previsto dal codice di buone pratiche
  • Una valutazione da parte di un consulente indipendente ingaggiato dalla Commissione, prevista per l'inizio del 2020
  • Nei prossimi mesi la Commissione presenterà al Parlamento europeo una relazione sulle elezioni del 2019

Su tale base la Commissione presenterà la sua valutazione globale all'inizio del 2020. Qualora i risultati ottenuti nel quadro del codice si rivelassero insoddisfacenti, la Commissione potrebbe proporre ulteriori misure, anche di natura regolamentare.