Saranno i virus, sarà la recente bagarre sulle intercettazioni, sarà che ormai si sa che Skype non è così sicuro quanto dicono. Fatto sta che il commercio di schede SIM "fantasma" non è mai stato così florido. Ne parla oggi Luigi Ferrarella sul Corriere della Sera.
La polizia ha scoperto il commercio di schede false, attivate usando dati falsi o sottratti ad utenti ignari. Per comprarne una bastava sborsare una manciata di euro in più rispetto al prezzo base. Con queste schede, di fatto, è impossibile intercettare l'utente, perché virtualmente "non esiste".
Coinvolti dieci dipendenti di Tim, e alcuni commercianti che realizzavano la vendita al dettaglio. Si tratta di un fenomeno dalle proporzioni del tutto rispettabili: nel solo mese di agosto 2008 sono state vendute 9000 di queste schede, a Milano, e altre 5000 a Napoli.
La stessa Telecom ha sporto denuncia contro i suoi dipendenti, che avrebbero raggirato l'azienda, e ha attivato nuove procedure per evitare che il fenomeno si ripeta.
Ieri ci sono state nuove perquisizioni, il cui scopo era confermare un preoccupante realtà: queste schede, che si vendono in gran parte a cittadini stranieri, servono ad "arrotondare" lo stipendio, perché fanno alzare il numero di schede vendute mensilmente da un operatore, che quindi riceve un bonus.
L'accusa per i responsabili è di associazione a delinquere, tra le altre cose, oltre all'illecito trattamento dei dati personali dei clienti le cui identità sono state sfruttate a loro insaputa. Non si sa se e come saranno perseguiti gli acquirenti delle schede ma, vista la loro natura, probabilmente non accadrà nulla, se non il blocco della scheda stessa.