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a cura di Alessandro Crea

Col costante aumento della presenza di droni nei nostri cieli, stanno crescendo sempre più gli allarmi per droni in volo su zone vietate, come centri cittadini, aeroporti, impianti industriali, carceri o altre aree sensibili. E così, mentre sulle nostre autostrade gli autovelox si spengono, si accendono nei nostri cieli grazie a DJI AeroScope, un sofisticato sistema di tracciamento che consente di individuare con alta precisione un piccolo multirotore in volo a chilometri di distanza e di conoscerne una serie di informazioni per valutarne l'eventuale pericolosità.

Realizzato dal colosso cinese DJI specializzato proprio in droni sia amatoriali che professionali, è stato presentato ufficialmente alle autorità italiane durante un test operativo svoltosi presso l'Aeroporto dell'Urbe a Roma. Grande l'interesse da parte delle istituzioni aeronautiche, come l'Ente Nazionale per l'Aviazione Civile (ENAC) e l'Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo (ANSV). Particolare attenzione anche da parte delle Forze dell'Ordine, delle Forze Armate e degli apparati di sicurezza dello Stato.

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AeroScope è dotato di un sistema di antenne sensibili e di apparati sofisticati che intercettano il canale di collegamento radio tra il radiocomando e il drone, oppure il segnale di telemetria video che lo stesso drone trasmette a terra. Il ricevitore decodifica quindi le informazioni e le invia allo schermo di un terminale, dove sono facilmente disponibili su una mappa per l'utente. In questo modo è possibile conoscere marca/modello, numero di serie, nome del proprietario, posizione del pilota, coordinate di decollo, rotta di volo e coordinate di posizione, oltre a direzione, altitudine e velocità del velivolo intercettato.

DJI AeroScope è disponibile in due versioni, una fissa ed una portatile: la prima, dotata di un range circa 25 km, è già in uso in due aeroporti internazionali in Asia, mentre la seconda, con un range limitato a circa 5 km, è in fase di test in tutta Europa. La versione fissa può anche funzionare in cloud e vi possono essere collegati decine di apparati per coprire aree illimitate in tutto il mondo. Attualmente, questo sistema può tracciare solo i droni prodotti dalla DJI, ma il colosso cinese sta già lavorando in cooperazione con l'agenzia europea EASA per ampliarne la capacità ad altri droni, ad esempio utilizzando il collegamento WiFi oppure un piccolo modulo hardware per i droni autocostruiti.

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"Il sistema DJI AeroScope è stato sviluppato appositamente per rispondere alle esigenze delle autorità aeronautiche e delle forze dell'ordine, che potranno così migliorare la sicurezza delle aree sensibili, individuando per tempo la presenza di un drone e potendo così procedere con eventuali contromisure", ha dichiarato Flavio Dolce, direttore di Elite Consulting, la società romana che rappresenta DJI in Italia. "È un sistema sicuro, facilmente implementabile e che sfrutta tecnologie già esistenti ed integrate nei droni. Grazie allo strumento di sviluppo SDK, potrebbe anche essere efficacemente integrato con le piattaforme radar per aeromobili, al fine di avere uno strumento unico di controllo del traffico aereo".


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