Dropbox spia i file alla ricerca di contenuti pirata

Si è scoperto che Dropbox analizza i file archiviati per bloccare il trasferimento di materiali protetti da copyright.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Dropbox guarda dentro alle cartelle degli utenti alla ricerca di materiale pirata. Il servizio è tra i più famosi nell'ambito del backup e dello storage online e gode di molta fiducia da parte dei propri utenti. Non tutti però hanno preso bene questa notizia, emersa nei giorni scorsi.

Di primo acchito sembra una cosa del tutto normale e comprensibile: Dropbox non vuole trasformarsi nel nuovo Megaupload e deve quindi impedire che gli utenti si passino materiale pirata. Per farlo però deve esaminare tutti i dati che archiviamo, il che potrebbe non piacere agli utenti.

Per controllare i file Dropbox usa l'hashing, che genera un codice univoco per ogni file generato quando i dati vengono crittografati (lato server). Se due utenti caricano lo stesso file, sarà identico anche il codice hash generato, anche nel caso di un film pirata.

Succede poi che ogni tanto Dropbox riceva una richiesta di rimozione (DMCA) da aziende come Disney, Sony o altri produttori, che indicano uno o più codici hash di file che vanno cancellati o bloccati. A questo punto la società aggiunge quel codice alla "lista nera", e se tentiamo di condividerlo con altri ecco che l'azione viene repentinamente bloccata.

Un metodo elegante, che permette a Dropbox di affermare che i nostri file restano al riparo da occhi indiscreti perché l'hashing e il controllo sono eseguiti esclusivamente da computer. Sta di fatto però che se ho un file piratato nel mio Dropbox, lo sanno anche se non dovrebbero. L'azienda sottolinea inoltre che il controllo viene eseguito solo se si prova a condividere un file, non se un film o altro viene semplicemente caricato online.

A una prima occhiata non ci dovrebbe essere alcun problema, ma c'è chi si domanda se Dropbox sia davvero rispettosa nei riguardi della privacy, e se davvero questa tecnica sia usata solo per limitare la pirateria; o addirittura ci si chiede se Dropbox abbia un accordo con il governo di Washington, tristemente noto per la sua passione nella sorveglianza globale.  

Pirata incallito

"In sostanza", scrive Sebastian Anthony su ExtremeTech, "non c'è nulla che impedisca a Dropbox di rivelare la vostra attività come pirata se non il fatto che, ovviamente, perderebbe subito la fiducia dei propri utenti, il che a sua volta ne distruggerebbe gli affari". Il che comunque rappresenta una motivazione più che solida.

Per evitare questo tipo di voyerismo si possono crittografare i file prima di caricarli, ma probabilmente usare Dropbox per condividere file pirata non è una buona idea. In primo luogo perché lo spazio è limitato e costoso (soprattutto con questo servizio), poi perché esistono servizi alternativi. E infine perché trattandosi di una società statunitense è vincolata al copyright act e relativamente debole di fronte alle richieste e pressioni della major hollywoodiane.

Se si possono trovare delle ragioni anche solide per piratare film e spettacoli televisivi, in altre parole, sarebbe molto più difficile difendere l'idea di metterli su Dropbox o altri servizi simili. Se proprio avete bisogno di condividere con altri i film che avete scaricato meglio scegliere un prodotto come BitSync, per esempio. O magari insegnate ai vostri amici e parenti come usare i file torrent