Dyson debutta nel mondo audio con Zone, cuffie che purificano l’aria

Dyson presenta Zone: cuffie e visiera magnetica per la purificazione dell'aria insieme per un suono cristallino e una migliore qualità della vita.

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a cura di Gabriele Scordamaglia

La rivoluzione nel settore dei dispositivi audio comincia da Dyson Zone: elegante, innovativo, moderno e per certi versi anche un po' fantascientifico, il nuovo dispositivo di Dyson entra dalla porta facendo tantissimo rumore, ma allo stesso tempo riducendolo al minimo per tutti quelli che lo utilizzano. Queste cuffie, oltre a essere state progettate seguendo degli standard elevatissimi e facendo affidamento a linea guida molto rigide, non si limitano a essere soltanto un dispositivo per ascoltare in totale pace e tranquillità la vostra musica preferita: Dyson Zone è dotata di due motori, installati all'interno dei padiglioni auricolari, che assorbono l'aria dell'ambiente circostante, la filtrano attraverso la visiera magnetica (ed esteticamente deliziosa) e la ripuliscono per permettervi di respirarla nel modo più sano possibile. Dopo averla provata direttamente nel centro di ricerca e sviluppo di Malmesbury e Hullavington, nel Wiltshire, vi riportiamo quella che è stata la nostra esperienza con uno dei dispositivi wearable più promettenti del momento.

Alla base dello sviluppo di questo prodotto, Dyson si è posta un duplice obiettivo: eliminare contemporaneamente l'inquinamento acustico e quello atmosferico, due grossi problemi ai quali siamo sottoposti ogni giorno (soprattutto nelle metropoli). Ma è nata prima la maschera o le cuffie? La risposta, arrivata direttamente dagli ingegneri dell'azienda, è semplice: entrambi. Ciò lascia intendere che nessuna delle due funzionalità rappresenta un ripiego o un'aggiunta per andare a compensare le mancanze dell'altra, ma semplicemente che ci troviamo davanti a due prodotti di alta qualità (e di alta ingegneria) uniti in un solo dispositivo indossabile. D'altronde la filosofia dell'azienda è tanto semplice quanto motivante: sulla parete che abbraccia gli uffici vi è posta la frase "Risolviamo i problemi che gli altri ignorano", e il modo in cui viene fatto è decisamente da apprezzare.

Passiamo ai dettagli leggermente più tecnici: grazie a tutto il lavoro dedicatovi (6 anni e più di 500 prototipi, con tempi dilatati anche a causa della carenza globale di semiconduttori), Dyson Zone è in grado di riprodurre un suono chiaro e cristallino, che viene equalizzato ben 48.000 volte al secondo. A questa "ultra-low distortion" si va ad aggiungere una cancellazione attiva del rumore di una qualità impressionante, ottenuta tramite 8 microfoni dedicati che si occupano di monitorare il rumore esterno 384.000 volte al secondo e riescono ad agire su tutto lo spettro udibile. I driver in neodimio da 40 mm con impedenza 16 Ohm permettono di abbracciare anche le frequenze dello spettro non udibile, riuscendo a riprodurre frequenze dai 6 Hz fino ai 21 kHz. Tutto ciò è accompagnato da una comodità unica, ottenuta sperimentando i vari prototipi in laboratorio e su oltre 500 persone fisiche, in modo da garantire il massimo del comfort anche durante gli utilizzi prolungati.

Una delle peculiarità dal punto di vista audio, che abbiamo notato con piacere durante il test del prodotto, nasce dallo slogan "audio as the creator intended": mettendo in riproduzione un brano ci si troverà immersi in un'esperienza di ascolto mai provata prima, riuscendo a identificare in modo estremamente preciso la posizione di ogni strumento all'interno della sala di registrazione, riuscendo a provare la sensazione di avere davanti a noi la band che suona il pezzo in quel preciso momento. La qualità del prodotto viene poi completata dall'impegno dedicato nella parte di design CMF (ColoriMaterialiFiniture), curato da un apposito team che si occupa di rendere il prodotto estremamente identificabile anche dal punto di vista estetico. In tipico stile Dyson anche le parti "nascoste", che tecnicamente non dovrebbero essere viste dal consumatore finale, vengono curate nei dettagli e nei colori, creando un'armonia che si diffonde a 360 gradi nel prodotto. Inoltre il dispositivo si interfaccia perfettamente con l'applicazione "MyDyson", tramite la quale è possibile monitorare costantemente tutte le informazioni riguardanti aria, suono e stato dei filtri di purificazione.

Dyson Zone sembra essere un prodotto quasi senza difetti, e nel caso in cui si volesse essere estremamente pignoli e trovarne uno, potremmo parlare dei motori all'interno dei padiglioni auricolari: quando viene attivata la visiera di purificazione, i motori iniziano a girare per "assorbire" l'aria presente nell'ambiente e purificarla successivamente. Ovviamente i motori, che sono stati progettati e bilanciati in maniera molto minuziosa, creano un minimo di rumore, che la cancellazione passiva fornita dalle cuffie non riesce a eliminare totalmente, lasciando un leggerissimo rumore di fondo: sebbene durante l'ascolto di musica esso non crea alcun disturbo, venendo quasi totalmente coperto, durante l'ascolto di un podcast può risultare un po' più fastidioso, paragonabile al rumore di un aspirapolvere (giusto per rimanere in tema Dyson) in funzione a distanza di qualche metro.

Dalle interviste con gli ingegneri che si sono occupati in prima persona del prodotto sono emerse inoltre varie curiosità molto interessanti, come tutte le funzionalità pensate inizialmente per Dyson Zone, ma che al momento non possono essere applicate (ma che, con tutta probabilità, vedremo in versioni future delle cuffie), sia per quanto riguarda il lato hardware che quello software. Una tra queste è la probabile integrazione con un visore per la realtà aumentata, che potrebbe andare a completare la triade cuffie + visore + visiera. Ovviamente il punto di forza maggiore rimane sempre la tecnologia di filtraggio assolutamente non banale, applicata a un sistema sostanzialmente molto piccolo rispetto ai classici purificatori ai quali Dyson ci ha abituati. E sebbene la priorità sia quella di consegnare un prodotto completo e che non vuole avere rivali da nessun punto di vista, tutti i team sono in costante collaborazione per rendere l'ecosistema Dyson sempre più "smart" e permettere ai dispositivi di comunicare tra di loro nel modo più efficiente e automatizzato possibile, riducendo al minimo il "contributo umano".