È arrivato il primo drone che porta passeggeri

Settimana scorsa si è tenuto il battesimo dell'aria per il Volocottero, un drone omologato come velivolo ultraleggero che può trasportare una persona.

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a cura di Giancarlo Calzetta

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I droni sono spesso visti come costosi giocattoli, ma tutta la ricerca che si sta compiendo su questi avanzati velivoli per lo più in miniatura inizia a dare i suoi frutti su scala ben più grande.

Il Volocopter VC200 è un vero e proprio velivolo adibito al trasporto passeggeri che ha compiuto il primo volo pilotato alla fine di marzo, dopo molti mesi di test radiocomandati.

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18 motori danno una certa sicurezza, ma per i più timorosi è installato anche un paracadute in grado di portare a terra dolcemente il mezzo in caso di grave avaria.

In effetti, le sue similitudini con un drone sono molte e non si fermano al fatto di avere più di due eliche come sistema di propulsione.

Per il momento, sul VC200 c'è posto per il solo pilota, l'alimentazione dei 18 (sì, avete letto bene: 18) motori è completamente elettrica e si pone come la vera prima possibilità al volo individuale di massa.

Quello che lo differenzia dai piccoli elicotteri è soprattutto l'elettronica che stabilizza e controlla il volo, in grado di renderlo molto semplice da gestire e molto sicuro.

Pilotarlo è facile in quanto tutte le variabili che influenzano la stabilità del velivolo vengono gestite direttamente dal computer di bordo che funziona esattamente come quello dei droni radiocomandati di buon livello.

Possiamo lasciare il joystick di controllo, avventurarci in zone con turbolenze d'aria, urtare ostacoli a bassa velocità e l'elettronica modulerà la spinta dei 18 rotori per riacquistare l'assetto ideale e mantenere la quota del momento.

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Il joystick ricorda quello che si usa in molti videogiochi per PC e basta una sola mano per controllare tutto.

Il numero di motori elettrici è così elevato per garantire le adeguate ridondanze: il Volocottero, infatti, è capace di volare e atterrare anche con molti rotori fuori uso (anche se non è specificato quanti e, soprattutto, distribuiti come).

L'alimentazione elettrica lo rende molto più silenzioso di un elicottero, così come l'alta efficienza dei motori dovrebbe garantirne una certa parsimonia nei consumi (molto più parchi di quelli degli elicotteri).

Anche il sistema di guida è stato ereditato dai droni: un joystick gestisce lo scivolamento sul piano di volo, mentre un sistema attivabile dal pollice serve per guadagnare e perdere quota.

L'unica vera differenza la si trova nel meccanismo di rotazione sull'asse verticale: mentre nei droni si usa di solito un joystick dedicato, qui si ricorre alla rotazione della manopola del joystick principale, in modo da rendere il mezzo completamente controllabile con una sola mano.

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Come si vede da questa foto, il Volocopter VC200 non è poi così piccolo come si potrebbe pensare.

I 18 motori del Volocottero hanno bisogno di 50 kW di potenza, forniti da 9 batterie separate, per poter sostenere il mezzo in volo a punto fisso, considerando un peso al decollo di 450 Kg.

Per il momento, il VC200 non entrerà in produzione di massa in quanto l'obiettivo è quello di crearne una versione biposto da usare come elitaxi nelle zone urbane.

Tutto potrà anche essere iniziato come un gioco, ma chissà che in futuro non sia questo il mezzo che rivoluzionerà la mobilità cittadina.