EatWith sfida Gnammo con cuochi selezionati e stile glocal

Il social eating di EatWith si contraddistingue per una selezione più rigida degli hoster. In Italia sono solo una decina e nel mondo circa 650.

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a cura di Dario D'Elia

EatWith rappresenta il nuovo social eating, più sofisticato, selettivo e con uno sguardo decisamente glocal - se mi concedete il termine. Eravamo rimasti a Gnammo, che al momento rappresenta il leader indiscusso in Italia per organizzare e partecipare a cene casalinghe a tema. Ma il giovane Guy Michlin a San Francisco nel 2012, ritornato da un viaggio in Grecia, ha pensato bene di creare una piattaforma globale che consentisse soprattutto ai turisti di provare le specialità locali durante i viaggi.Oggi EatWith è presente in 200 città di 50 paesi diversi, Italia compresa. La vocazione internazionale si rileva dalla localizzazione del sito solo in lingua inglese e spagnola.

EatWith
EatWith

Ovviamente le valute cambiano in relazione al paese. Per l'Italia al momento sono presenti solo cinque località: Briallo e Pella nella provincia di Novara, Milano, Firenze e Bologna. Complessivamente poco più di una decina di hoster.

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Il numero ridotto di organizzatori - solo 650 nel mondo - si deve alla scelta strategica di EatWith di essere estremamente selettivi. Non tutti possono diventare hoster e infatti non è un caso che la maggior parte abbiano comprovata esperienza nel settore della ristorazione - tanti gli chef anche di ristoranti di rango.

EatWith

Spulciando il sito si scopre che i pranzi, le cene e gli aperitivi sono contraddistinti da brevi descrizioni, il prezzo unitario e i profili degli organizzatori. Dopodiché la modalità di prenotazione è analoga a ogni servizio di social eating, con la possibilità di selezionare il giorno specifico nel calendario o farsi organizzare un evento ad hoc. L'elemento social ovviamente concorre per farsi un'idea della qualità offerta e delle esperienze dei commensali.

Per diventare hoster - quindi organizzare ad esempio una cena - bisogna compilare prima un lungo questionario online. Si spazia dalle motivazioni, alle esperienze professionali, il tipo di cucina fino ad arrivare al proprio "peso" su social e su Internet. Insomma, chi dispone già di una community al seguito gode probabilmente di qualche vantaggio.

EatWith

EatWith a Firenze

Dopodiché viene richiesto di organizzare un evento di prova, che non sarà accessibile all'intera community di Eatwith, e in caso di esito positivo si diventerà ufficialmente hoster.

EatWith

In sintesi siamo di fronte a un servizio di livello superiore, a dir la verità (forse) mediamente più caro rispetto alla concorrenza. Però le location sono nella maggior parte dei casi entusiasmanti, la proposta gastronomica (sebbene di tradizione) molto curata e probabilmente l'esperienza davvero avvincente. Ora, se è vero che in tutte le famiglie italiane c'è almeno un componente che sa davvero il fatto suo ai fornelli, qui si parla di una maggiore cura dei dettagli. Provate a guardare i piatti di Lucia a Bologna o quelli di Momi & Jo all'Impruneta (FI).


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