Editori e librerie italiane dicono basta ai lucchetti DRM

Gli editori e le librerie digitali italiane pensano che per combattere i grandi gruppi statunitensi sia meglio rischiare un po' di pirateria, ma aprirsi totalmente al digitale. Basta DRM: i lettori devono essere liberi di scegliere ogni reader e piattaforma. Fondamentale la possibilità di prestarsi gli e-book.

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a cura di Dario D'Elia

Gli editori e le librerie digitali italiane stanno pensando di liberare gli e-book dai DRM (digital rights management). Insomma, basta con tutta questa ansia da pirateria: il mercato ha bisogno di libertà di fruizione e un'iniezione di dinamismo

"Meglio rischiare un po' di pirateria, ma aprirsi all'opportunità dell'editoria digitale per essere competitivi nei confronti della concorrenza americana", ha dichiarato Vincenzo Russi, direttore generale del Cefriel durante l'incontro Vivere in rete: le mutazioni indotte dalle tecnologie digitali curato dall'Osservatorio Politecnico di Milano.

Libertà di fruizione

Sembra di assistere a un'incredibile inversione di rotta: probabilmente qualcuno deve aver spiegato alle aziende del settore che i DRM sono praticamente inutili e si "bucano" facilmente dalla notte dei tempi. La verità è che oggi fanno più paura i produttori di hardware e i colossi come Apple, Amazon e Google. Senza contare ovviamente il self-publishing che "disintermedia il rapporto tra autori e lettori" in modalità analoga a quanto fanno i blog rispetto ai giornali tradizionali, come sostiene Alessandro Bompieri, amministratore delegato Rcs Libri

L'idea insomma è quella di proporre standard aperti (come ad esempio l'ePUB), che rendano il lettore libero da ogni costrizione e limitazione, contro i sistemi proprietari dei colossi statunitensi. Non ci si dovrebbe preoccupare di avere il reader giusto o la piattaforma software adeguata, e soprattutto il prestito dovrebbe essere più che consentito. "La novità che farà volare l'editoria elettronica sarà il cambio di formati che portano i contenuti a essere accessibili sul Web", ha dichiarato Marco Ferrario, amministratore delegato di BookRepublic a La Stampa. 

Chi sarà travolto però da tutta questa ondata digitale? Probabilmente le grandi catene librarie. Martin Angioni, country manager di Amazon Italia, l'ha lasciato intuire nell'intervista di oggi a La Repubblica. "Speriamo che i bravi librai continuino a esistere. Sono le librerie-deposito che non servono più", ha dichiarato il dirigente.

"Non è Amazon che ha ucciso le librerie, ma i supermercati e le grandi catene. Sono loro che hanno messo in difficoltà i punti vendita indipendenti. Ma che vuole un editore come Feltrinelli che è titolare di un'importante catena libraria? Questa è un'anomalia italiana, il fatto che i grandi gruppi editoriali controllino anche la distribuzione".