Editori italiani contro gli abusi del monopolista Google

Secondo gli editori europei i rimedi proposti da Google non risolvono i problemi generali antitrust.

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a cura di Dario D'Elia

Gli editori italiani di giornali e i colleghi europei hanno chiesto ufficialmente alla Commissione Europea di rigettare le proposte di Google per risolvere il problema degli abusi di posizione dominante. Si tratta di un'azione congiunta senza precedenti che mira a ottenere uno "Statement of Objections", ovvero una comunicazione formale degli addebiti.

Com'è risaputo Google è accusata di privilegiare nei risultati delle ricerche i suoi servizi rispetto a quelli degli avversari. Ad aprile è partito un periodo di test che dovrebbe consentire di comprendere se le soluzioni proposte dal colosso statunitense sono adeguate per chiudere definitivamente la vicenda. Il problema è che, come fanno notare molti, l'Antitrust UE ha dato un ultimatum a Google nel lontano maggio 2012 e ad oggi nulla è ancora stato risolto.

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Per questi motivi le associazioni tedesche degli editori di quotidiani (BDZV) e di periodici (VOZ), con il supporto delle associazioni europee di categoria (ENPA, EMMA, EPC ed OPA) e di 18 associazioni nazionali (tra cui, per l’Italia, la FIEG), hanno recapitato un documento con la loro posizione al Vice Presidente della Commissione europea e Commissario UE per la Concorrenza, Joaquin Almunia.

"Se Google non presenterà al più presto proposte sostanzialmente migliorative, gli editori europei chiedono che la Commissione utilizzi tutti i poteri legali, compreso un immediato Statement of Objections che preveda rimedi efficaci", ha commentato Giulio Anselmi, Presidente della FIEG. "Una ricerca equa e non discriminatoria realizzata con criteri imparziali nei confronti di tutti i siti web è prerequisito essenziale per lo sviluppo dei media e delle tecnologie a livello europeo".

 Secondo Helmut Heinen, Presidente della Federazione tedesca degli editori di giornali (BDZV), Google dovrebbe "sottoporre tutti i servizi, inclusi i propri, agli stessi criteri, utilizzando esattamente gli stessi meccanismi di analisi, indicizzazione, ordinamento e gli stessi algoritmi di presentazione". Inoltre Google, senza consenso preventivo, non dovrebbe usare contenuti di terze parti al di là di ciò "che è veramente indispensabile per la navigazione nella ricerca orizzontale".

 In verità la Commissione UE da tempo è giunta alla conclusione che Google crei un danno potenziale per i consumatori in termini di riduzione della scelta, della qualità e della innovazione. Il rischio inoltre è che la sua posizione dominante in ambito europeo (pari al 90%) possa precludere la possibilità di entrata di altri concorrenti.

Il problema è giungere a una soluzione che non produca effetti collaterali negativi sul mercato, e che non sia troppo coercitiva per un'azienda che opera nel libero mercato.