EGNOS potenzia il GPS aereo, Galileo resta a terra

EGNOS, il sistema di potenziamento satellitare europeo dei segnali GPS, è ufficialmente attivo anche per l'aviazione civile. Numerosi i benefici, come intervalli ridotti fra decolli e atterraggi e un risparmio sul carburante usato.

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a cura di Pino Bruno

EGNOS, sigla che identifica l'European Geostationary Navigation Overlay Service, è entrato in funzione in questi giorni per aumentare la sicurezza e la convenienza dei voli aerei. Rendendo più accurato il segnale GPS, il precursore di Galileo è in grado di aumentare la precisione di avvicinamento agli scali e di far risparmiare carburante grazie a rotte più corte e brevi.

Una buona notizia, che arriva proprio nel giorno in cui l'associazione internazionale delle linee aeree (IATA) fa sapere che "i profitti del settore del trasporto aereo sono destinati a dimezzarsi nel corso di quest'anno a causa dei costi crescenti, soprattutto quelli dei carburanti, che cancelleranno i benefici della maggiore domanda".

EGNOS - dice la Commissione Europea - è un sistema di potenziamento basato su satellite che migliora la precisione dei segnali GPS in tutta Europa. Attivo da ottobre 2009, il sistema è stato finora disponibile per applicazioni aperte come ad esempio la navigazione personale e l'agricoltura di precisione. Da oggi EGNOS è autorizzato, previa certificazione e verifica, anche per l'aviazione.

Il segnale è fornito gratuitamente e richiede solo l'installazione di un ricevitore a bordo dell'aereo, mentre non c'è bisogno di infrastrutture terrestri. EGNOS permette intervalli più ridotti tra decolli e atterraggi negli aeroporti molto trafficati anche se il tempo è cattivo. Dunque meno ritardi, dirottamenti verso altri scali e cancellazioni. Inoltre il sistema consente agli aerei di iniziare prima la discesa verso la pista, limitando l'inquinamento acustico nelle aree vicine agli scali.

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Ne beneficeranno anche gli aeroporti più piccoli, perché l'avvicinamento con guida verticale consente di atterrare in condizioni di visibilità limitata.

Quanto a Galileo se ne parlerà nel 2014 o - addirittura - nel 2016. Ma a questo punto è lecito chiedersi se è veramente il caso di continuare a investire fondi in un progetto che è già costato 3,4 miliardi di euro (Galileo, un progetto satellitare stupido e costoso).

ringraziamo Pino Bruno per la collaborazione