Emendamento Booking approvato: i prezzi più bassi saranno offline?

La Camera ha approvato un emendamento che consentirà agli albergatori di applicare tariffe più basse rispetto a quelle mostrate sui siti di prenotazione.

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a cura di Dario D'Elia

Gli albergatori d'ora in poi potranno applicare tariffe più basse rispetto a quelle mostrate sui siti di prenotazione come Booking.com. La novità è legata all'approvazione di un emendamento di Tiziano Arlotti (PD) al Ddl Concorrenza. Ieri alla Camera il voto trasversale ha fatto la felicità dell'associazione di categoria Federalberghi.

Booking
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"Saranno nulle le clausole che obbligano gli albergatori a non praticare alla clientela finale prezzi e condizioni migliori rispetto a quelli praticati dalla stessa impresa tramite intermediari terzi, anche online, indipendentemente dalla legge regolatrice del contratto", si legge nell'emendamento "Booking".

Una legge analoga è in vigore in Francia dal 6 agosto di quest'anno. Anche in Germania vigono le medesime regole, in seguito ad una decisione dell'Autorità Antritrust, adottata nel dicembre 2013.

Questo vuole dire che gli utenti dovranno giocare un po' di furbizia. Quindi sfruttare sempre i canali di prenotazione online per valutare i prezzi dei loro soggiorni, ma prima di procedere fare uno squillo direttamente agli alberghi. Per una struttura la vendita tramite terzi prevede sempre una commissione, quindi una piccola perdita sull'incasso. Tanto vale un piccolo sconto.

"Per una camera d'albergo venduta su un portale a 100 euro il cliente paga 100 e l'albergo riceve 80. Se l'albergo potesse mettere in vendita la stessa camera sul proprio sito a 90 euro, il cliente pagherebbe 90 e l'albergo incasserebbe 90: entrambi guadagnerebbero 10 euro", ha spiegato il direttore generale di Federalberghi, Alessandro Nucara.