ENEL vuole fare l'ultimo miglio in fibra per l'ultrabroadband

ENEL ha confermato che non avrebbe problemi a realizzare l'ultimo miglio in fibra nelle case degli italiani. I nuovi contatori elettrici anche per l'Internet of Things.

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a cura di Dario D'Elia

I contatori elettrici digitali di seconda generazione che l'ENEL inizierà a installare nel 2016 potrebbero davvero rappresentare il punto di svolta per lo sviluppo della rete in fibra. L'AD Francesco Starace spiega oggi sulle pagine del Corriere che l'aggiornamento si deve al fatto che i primi contatori digitali presenti nelle case degli italiani risalgono al 2001. 15 anni di operatività sono il massimo che si può chiedere.

enel contatore

I nuovi "consentiranno rilevazioni più accurate e in più saranno in grado di dialogare con altri dispositivi elettronici". In pratica saranno centro nevralgico per l'Internet delle cose. Una grande rete in fibra sarebbe fondamentale per sfruttare al massimo questo potenziale.

Ecco spiegata la decisione di coprire, per conto degli operatori, quel fatidico "ultimo miglio" con la fibra per raggiungere gli appartamenti degli italiani. E contemporaneamente mettere a disposizione cavidotti, infrastrutture sospese e cabine di distribuzione. Si parla anche della possibilità di impiegare i tralicci dell'alta tensione di Terna. Che sia chiaro: nessuno ha mai tirato in ballo la tecnologia "powerline", la fibra viaggerà in cavi.

In questo modo ENEL potrebbe ottenere due risultati. Prima di tutto un risparmio di circa il 20% sui 2,5/3 miliardi di euro previsti per la sostituzione dei contatori. In secondo luogo qualche introito dovuto alla manutenzione della rete in fibra.

minitrincea

Mini trincea

Nel frattempo qualcosa si muove anche sul fronte delle mini trincee. Com'è risaputo si tratta del metodo meno invasivo per la posa della fibra sotto il manto stradale. Si creano piccole fessure richiudibili poi con materiali speciali che permettono di aprire e chiudere un cantiere in un giorno.

Nel 2013 venne approvato un decreto scavi (Crescita 2.0) che avrebbe dovuto regolamentare la novità, ma i legislatori dimenticarono di inserire una voce legata ai nuovi materiali. E così gli operatori si videro costretti a proseguire con la posa del cosiddetto "tappetino", ovvero la classica zona bitumosa superficiale. Nel 2014 il decreto "Destinazione Italia" avrebbe dovuto contenere un "Regolamento posa" in linea con le esigenze degli operatori, ma purtroppo non se ne fece nulla – qualcuno dice per la forte pressione di alcune lobby.

Con il probabile arrivo di Graziano Delrio al Ministero delle Infrastrutture qualcosa si potrebbe sbloccare, anche perché è a conoscenza di questa criticità da quando si è occupato del piano broadband curato da Palazzo Chigi. Ad ogni modo il dibattito sui materiali e l'applicabilità (strade urbane e forse anche extraurbane) prosegue. Fermo restando il fatto che la mini trincea cosente un risparmio rispetto ai metodi tradizionali di circa il 30%.