Eni e MIT di Boston, 10 anni di collaborazione per le energie del futuro

Per il decimo anno consecutivo i ricercatori Eni e quelli del MIT si sono ritrovati per il workshop di presentazione di tutti i progetti sviluppati nell’ambito del MIT Energy Initiative e basati sull'uso di tecnologie di frontiera in grado di portarci in un futuro a basso impatto di carbonio.

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a cura di Alessandro Crea

Nel 2008 il MIT, la principale istituzione accademica al mondo per l’innovazione tecnologica, è stata individuata da Eni come partner ideale per sviluppare tecnologie di frontiera che portassero a un futuro a basso impatto di carbonio. Ogni anno, nel mese di giugno, i vari team di ricerca che si incontrano per una full immersion di due giorni che si svolge tra il Centro Ricerche Eni di Bolgiano e il Centro Ricerche Eni per le Energie Rinnovabili e l’Ambiente di Novara per fare il punto sui diversi progetti in atto che si concentrano su cinque ambiti, tutti a elevato contenuto tecnologico e ad alto potenziale di innovazione.

Il primo ambito riguarda lo sviluppo di nanotecnologie per la produzione di energia solare, nel progetto Organic PhotoVoltaics (OPV), che ha prodotto i primi i pannelli solari pilota Inflatable OPV – leggeri e trasportabili ovunque – ma anche le Smart Windows basate sulla tecnologia Eni Ray Plus che sta alla base dei Concentratori Solari Luminescenti (LSC). Accanto a questi, Eni sta realizzando i primi impianti basati su innovativi specchi parabolici realizzati con la tecnologia Concentrating Solar Power a Gela in Sicilia e ad Assemini in Sardegna.

In campo ambientale Eni ha poi sviluppato metodi avanzati per la caratterizzazione ambientale che hanno dato origine a protocolli riconosciuti dalle istituzioni. Sempre a Novara è nato e-hyrec, un dispositivo per il disinquinamento di acque contaminate che ha già dato ottimi risultati in diverse situazioni. A fianco di questi progetti, Eni sta studiando nuove tecnologie per la cattura, stoccaggio e utilizzo dell’anidride carbonica.

Tra le varie iniziative presentate, anche i progetti relativi allo stoccaggio energetico, sui cui stanno lavorando i ricercatori di Novara. Meno di un anno fa è partito il test alla prima batteria a flusso di nuova generazione, basata su ioni vanadio e sono stati compiuti i primi studi nel campo dello stoccaggio termico da affiancare a tecnologie CSP.

Grande attenzione anche ai progetti che riguardano l’O&G tradizionale e la sicurezza dei lavoratori. Da un lato, infatti, proseguono gli studi sul miglioramento della modellizzazione avanzata dei giacimenti e dei sistemi petroliferi e dall’altro lo sviluppo di sensoristica e di sistemi che incrementino la sicurezza sul lavoro.

Quest’anno infine si è aggiunto l’importante impegno sulla fusione. Eni infatti è entrata nel Commonwealth Fusion Systems, l’iniziativa guidata da ricercatori del MIT per lo sviluppo industriale di tecnologie per la produzione di energia da fusione. Eni collaborerà allo sviluppo del primo impianto che produrrà energia grazie alla fusione: una fonte molto più sicura rispetto alle altre, ma anche sostenibile, virtualmente inesauribile e con limitata emissione di inquinanti e gas serra.

Con la ricerca sulla fusione si chiude un cerchio ideale nel percorso di transizione energetica. Da un lato il superamento delle fonti fossili a vantaggio delle rinnovabili per soddisfare il bisogno di energia delle comunità più remote; dall’altro la fusione per alimentare interi impianti e città in modo sostenibile. Una ulteriore conferma dell’importanza che la ricerca, l’innovazione e la difesa dell’ambiente rivestono per l’azienda.