Entro un secolo nessuno avrà più un lavoro. Forse

Prima giochi come Go, poi la guida di veicoli, poi la medicina e a seguire tutto il resto. Entro 120 anni circa le macchine intelligenti sapranno fare ogni lavoro meglio di noi e costeranno meno. Un sondaggio tra esperti di Intelligenza Artificiale conferma nuovamente la previsione.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Ci resta un secolo, dopodiché nessuno al mondo avrà più un lavoro. O potrebbe anche essere peggio di così, secondo i risultati di un sondaggio svolto da Katja Grace (Future of Humanity Institute, Università di Oxford) e i suoi colleghi. Nel 2015, il gruppo di ricerca ha intervistato 1.634 tra i più importanti esperti di Intelligenza Artificiale, ottenendo previsioni imprecise ma indicative.

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Foto @jirsak / Depositphotos

A ogni scienziato ed esperto è stato chiesto quando, secondo lui, l'AI diventerà meglio dell'Essere Umano in una specifica attività. Il primo risultato interessante sta nel numero delle risposte: solo 352 persone hanno aderito. Succede perché fare previsioni in questo campo è come ballare in un campo minato: molto probabilmente metterai il piede in fallo. E comprensibilmente pochi vogliono rischiare.

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Le circa 350 risposte ottenute hanno comunque permesso di fare una media, e considerata l'autorevolezza degli intervistati - ricercatori e operatori del settore - è ragionevole pensare che siano abbastanza vicini alla verità. C'è sempre un certo di margine di tolleranza, e dobbiamo forse pensare che le previsioni sono fin troppo prudenti: secondo i dati infatti l'AI avrebbe dovuto battere l'Umano nel gioco GO nel 2027, invece è successo nel 2015 - con ben dodici anni di anticipo. È importante notare che le date indicano un valore medio delle previsioni, e che alcuni esperti hanno indicato tempi molto brevi

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Foto @bluefern / Depositphotos

Si prevede che la traduzione automatica sarà migliore di quella umana nel 2027, e anche qui ci sono ragioni per pensare che accadrà prima. Stesura di saggi scolastici (superiori e università) nel 2026, guida di camion e furgoni, 2027. Anche in quest'ultimo caso, i prototipi esistenti e i piani di alcune aziende fanno pensare a un traguardo anticipato.

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Nel 2031 robot e computer potranno lavorare meglio degli umani nel commercio al dettaglio (retail), mentre nel 2049 saranno in grado di scrivere romanzi best seller. Quattro anni dopo quel traguardo saranno i chirurghi a vedersi sorpassati dai robot. Uno degli ultimi lavori a "cadere" sarà proprio quello del ricercatore specializzato in AI, ma anche qui i primi passi sono già stati fatti.

Nel 2122, dunque, avremo la totale automatizzazione del lavoro, vale a dire quel momento in cui tutte le attività umane saranno automatizzabili, con un costo minore rispetto a quello di un lavoratore in carne e ossa. Ciò non significa che sarà fatto veramente, ma che sarà possibile.

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Questo accadrà dopo che si sarà raggiunto il livello HLMI, acronimo che sta per High Level Machine Intelligence. Questo traguardo segnerà una svolta fondamentale, probabilmente un punto di non ritorno, e indica quel momento in cui "macchine non supportate (da operatori umani, NdR) possono portare a termine ogni attività meglio e più economicamente dei lavoratori umani".

Quel momento segnerà una svolta nella Storia del Genere Umano, e secondo gli intervistati si verificherà - mediamente - entro 50 anni da oggi. Successivamente potremmo assistere, ma non è detto, a ciò che viene comunemente indicato come esplosione d'intelligenza, una crescita vertiginosa delle capacità dell'AI che porterà alla nascita della Intelligenza Artificiale Generale di Livello Umano, prima, e successivamente forse di una Superintelligenza.

Dopo quel momento è impossibile fare previsioni, ma è doverosa la massima cautela considerato il rischio non trascurabile di estinzione - secondo esperti come Ray Kurtzweill è comunque un rischio ampliamente sopravvalutato.  

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Previsioni che ai nostri occhi potrebbero sembrare fantascienza, ma appaiono molto concrete se si dà il giusto peso a concetti come la crescita esponenziale o la legge dei ritorni accelerati. Ancora più importante, siamo abituati a pensare l'Intelligenza Artificiale in termini di fiction come in Terminator o Guerre Stellari. Le AI reali sono molto diverse, meno palesi e attualmente diffuse capillarmente in tutto il mondo e tutti i settori: finanza, banche, assicurazioni, trasporti, commercio, agricoltura. Sarebbe difficile trovare uno spazio privo di AI.

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Come abbiamo avuto modo di scrivere altre volte in passato, parliamo di uno scenario che va considerato con attenzione e a cui va data la massima importanza. Non solo dal punto di vista tecnologico, ma anche e soprattutto per le profonde implicazioni su ognuno di noi. Sul tema si sono espressi molti personaggi famosi come Elon Musk, Bill Gates, Stephen Hawking e altri.

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Dovremmo fidarci degli esperti e delle loro previsioni, dunque agire di conseguenza? Oppure è preferibile ignorare quelli che sembrano semplici catastrofisti, e lasciare che le cose "vadano come devono andare"?

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Saranno i governi a fare le scelte più importanti, naturalmente, ma trattandosi di un tema globale non esiste un singolo Paese che possa avere un peso determinante. Ciò di cui possiamo essere relativamente certi, però, è che l'Intelligenza Artificiale applicata alla medicina ci farà vivere abbastanza a lungo per vedere se queste previsioni sono corrette.

Nota: d'accordo con l'uso comune, in questo articolo si usa il termine robot non solo come essere meccanico semovente, ma in termini più generali come Intelligenza Artificiale specifica (narrow) o generica (general).


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