Ergonomia

Recensione - Test della Fujifilm X-E1, sorellina della X-Pro1 senza troppi timori reverenziali. Restituisce una qualità superiore a quella di molte reflex in un corpo più compatto ed economico. La soluzione ideale?

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a cura di Tom's Hardware

Ergonomia

Come la Pro1, anche la X-E1 si rifà, senza sorprese, al modo d'uso delle fotocamere analogiche pre-elettronica, e offre i 4 programmi basilari PASM. Niente ricette predefinite (le classiche Scene) né modalità di scatto full-auto, anche se non mancano importanti ausili allo scatto come la funzione Dynamica range, la sempre utile livella elettronica, la funzione panorama e la possibilità di esposizione multipla. Inoltre piuttosto peculiare ma a nostro avviso intrigante, la X-E1 offre diverse possibilità di bracketing: oltre che sull'esposizione, sulla sensibilità ISO, sulla simulazione film e sulla gamma dinamica.

Fujifilm X-E1 e X-Pro1 a confronto.

Ricordiamo, per chi non ha familiarità con le fotocamere vintage, il modo d'uso. Alla ghiera dei tempi presenti sul corpo macchina si accompagna quella dei diaframmi sul corpo dell'obiettivo. Entrambe prevedono la posizione automatica "A" così, selezionando con entrambe le ghiere la posizione A, si ottiene l'automatismo completo, equivalente al programma P, mentre lasciando solo una delle due ghiere in posizione A si lavora in priorità di tempi o di diaframmi, impostando il valore desiderato per il parametro libero con l'altra ghiera. Quando, infine, entrambe le ghiere sono in posizione diversa da A, ci si trova in modalità manuale. Si tratta di  un modo d'uso estremamente diretto ed efficace, che anche chi è abituato ai pulsanti imparerà subito ad apprezzare. 

Appena impugnata, la nostra curiosità maggiore riguardava il mirino, e diciamo subito che l'EVF della X-E1 ci ha assolutamente convinto. Ragionevolmente ampio con il suo angolo di campo apparente di 25°, dotato di compensazione diottrica (che alla Pro1 manca) e di sensore di prossimità, si utilizza con piacere e il piccolo ritardo di aggiornamento tipico di questi prodotti quando ci si trova in basse luci è di entità tale da non infastidire.

La risposta dei comandi è molto piacevole, è l'utilizzo pratico della X-E1 regala un piacere un po' feticistico.

Come già detto anche a proposito della Pro1, le forme vintage non sono un esempio di ergonomia. Il maggior difetto è la già citata impugnatura poco pronunciata in perfetto stile anni '60, che dopo qualche ora lascia con le mani un po' indolenzite per il troppo stringere (consigliamo senz'altro l'impugnatura aggiuntiva).

L'impugnatura opzionale disponibile per X-E1

Il pulsante Q svolge una funzione egregia nel mettere a disposizione parametri di scatto molti importanti, ma la sua posizione è troppo prominente e rischia di essere premuto accidentalmente. Uno scambio di posizione con un pulsante come AF, la cui funzione deve essere più "immediata" durante lo scatto, sarebbe stata probabilmente preferibile. Segnaliamo infine la mancanza di un pulsante ISO, a cui si può fortunatamente ovviare assegnando questa funzione al pulsante superiore Fn.

Nonostante questi difetti, abbiamo amato scattare con la X-E1, per merito soprattutto del suo approccio incredibilmente diretto che riporta il fotografo a concentrarsi più sulla fotografia che sull'hardware che ha tra le mani; questo è un pregio impagabile dei modelli Fujifilm X.

Piccole idiosincrasie

In una struttura complessivamente buona, che ha saputo coniugare a nostro avviso in modo egregio le anime analogica e digitale, abbiamo riscontrato piccoli nei che, speriamo, Fujifilm vorrà sistemare con versioni successive del firmware. Esempio banale: il pulsante View Mode consente di passare dall'inquadratura tramite mirino a quella tramite display posteriore - ottima cosa, ma durante il play la fotocamera dovrebbe passare automaticamente allo schermo posteriore. Sinceramente, in prima battuta abbiamo pensato a un guasto prima di renderci conto che le foto scattate erano visibili nel mirino ...

In modalità P, poi, coppia tempo/diaframma dovrebbe essere controllata dalla ghiera posteriore, non dal PAD, e in ogni caso non si capisce perché il programma flessibile non debba essere disponibile in auto-ISO.

Infine, ma questa ovviamente non è una cosa che si può sistemare con una aggiornamento firmware, l'impostazione dei diaframmi sul 18-55mm segue una logica diversa rispetto ad altre ottiche, con un selettore Auto-Manuale e una ghiera "elettronica" che sulle prime infastidisce un po'.