Esopianeti da non perdere

Con la scoperta dell'esopianeta Kepler-452b si è riacceso l'interesse per la ricerca di pianeti alieni che potrebbero ospitare la vita. Ecco cosa sono, come si cercano e quali sono i più interessanti trovati finora.

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a cura di Tom's Hardware

Oltre agli esopianeti di cui abbiamo già parlato ce ne sono altri che potrebbero ospitare la vita secondo gli scienziati. L'elenco completo dei pianeti extrasolari è tenuto presso il Planetary Habitability Laboratory all'Università di Puerto Rico.

A picture of Earth and artist's interpretations of several exoplanets that could be like our own

Il primo è Gliese 667Cc, una super Terra almeno 3,9 volte più massiccia del nostro Pianeta. Orbita attorno alla nana rossa Gliese 667C, che fa parte di un sistema a tre stelle situato a 22 anni luce dalla Terra, nella costellazione dello Scorpione. Gliese 667Cc compie un giro intorno alla sua stella madre ogni 28 giorni.

Altro candidato è Kepler-22b, un esopianeta che si trova a 600 anni luce di distanza da noi. È stato il primo pianeta individuato da Kepler nella zona abitabile della sua stella. È notevolmente più grande della Terra – misura circa 2,4 volte il nostro pianeta - e al momento non è chiaro se questa "super-Terra" sia rocciosa, liquida o gassosa. La sua orbita è di circa 290 giorni.

Aggiungiamo alla classifica Kepler-69c, un mondo che è a circa 2.700 anni luce di distanza, ed è di circa il 70 percento più grande della Terra. Compie un'orbita ogni 242 giorni, rendendo la sua posizione all'interno del suo sistema solare paragonabile a quella di Venere all'interno del nostro. Tuttavia, la stella attorno a cui orbita è meno luminosa del Sole, ecco perché questo pianeta sembra essere nella zona abitabile.

Kepler 62f è un esopianeta che orbita attorno alla stella Kepler-62 situata a circa 1.200 anni luce di distanza da noi, nella costellazione della Lira. I ricercatori pensano che Kepler-62f e il suo vicino potenzialmente abitabile, Kepler-62e, siano "mondi d'acqua" - luoghi caldi in gran parte o completamente coperti da acqua allo stato liquido.

Lo scorso anno facevano parte di questa classifica anche Kepler-283c e Kepler-296f. Il primo è di circa 1,8 volte più grande della Terra e completa un'orbita ogni 93 giorni. È uno dei due mondi conosciuti che orbitano attorno alla stella Kepler-283, che è larga poco più della metà del nostro Sole. L'altro pianeta di questo sistema, Kepler-283b, si trova molto più vicino alla stella ed è quindi probabilmente troppo caldo per ospitare la vita.

Ultima posizione è come detto di Kepler-296f, il pianeta più esterno dei cinque mondi confermati che ruotano attorno a Kepler-296, una stella che è circa la metà delle dimensioni del nostro Sole e con una luminosità del 5 percento. Con dimensioni di 1,8 volte quelle della Terra, questo pianeta compie un'orbita ogni 63 giorni.

Of the 1,030 confirmed planets discovered by NASA's Kepler spacecraft, a dozen are less than twice the size of Earth and reside in the habitable zone of their host stars

Aggiungiamo infine l'ultima scoperta in ordine di tempo, datata 13 agosto 2015: si tratta di 51 Eridani b, che ha il merito di essere il più piccolo pianeta fuori dal Sistema Solare che è stato fotografato con un telescopio sulla Terra. Si tratta di un gigante gassoso avvolto da una nube di metano, come Giove. Orbita attorno a una stella a circa 96 anni luce dalla Terra in un sistema planetario che potrebbe essere molto simile al nostro Sistema Solare.

La scoperta è avvenuta utilizzando il Gemini Planet Imager, uno strumento per il telescopio Gemini Sud in Cile, costruito appunto per rilevare esopianeti cercando la luce che emettono. "Per rilevare pianeti Kepler vede la loro ombra" ha spiegato Bruce Macintosh, responsabile del Gemini Planet Imager e astrofisico presso la Stanford University in California. "Il Gemini Planet Imager invece vede la loro luce, quindi usa la tecnica dell'imaging diretto".

I pianeti extrasolari emettono una luce molto debole rispetto alle loro stelle. Per questo finora con la tecnica dell'imaging diretto si potevano osservare solo esopianeti grandi, almeno cinque volte più di Giove. Gemini Planet Imager è uno strumento di una nuova generazione progettato specificamente per la scoperta e l'analisi di piccoli, deboli pianeti orbitanti vicini alle loro stelle.