Estradato negli USA il cyber-truffatore italiano

Usava una botnet per gonfiare i clic sui banner pubblicitari ospitati sul suo sito Internet. Ora dovrà rispondere di frode e riciclaggio davanti a un tribunale di New York.

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a cura di Marco Schiaffino

Pensava di aver trovato un modo per fare un po' di soldi, a non ha fatto i conti con la Cyber Task Force dell'FBI. Fabio Gasperini è stato arrestato lo scorso luglio ad Amsterdam, dopo che i federali avevano spiccato un mandato d'arresto nei suoi confronti in seguito a un'indagine che ha coinvolto anche le autorità italiane e quelle olandesi.

L'accusa, in pratica, è quella di aver creato una botnet attraverso la compromissione di alcuni server negli Stati Uniti e in altre parti del mondo, che Gasperini avrebbe utilizzato per gonfiare i clic sui banner pubblicitari ospitati sul suo sito.

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In seguito, Gasperini e i suoi soci avrebbero però ampliato il loro giro d'affari, venendo pacchetti pubblicitari pay-per-click ad altre società.

La violazione dei server sul territorio USA ha fatto scattare la richiesta di estradizione e ora il trentenne romano dovrà affrontare un procedimento penale davanti a un tribunale statunitense con l'accusa di intrusione informatica, frode e riciclaggio. Per saperne di più, leggi l'articolo completo su Security Info, il sito di Tom's Hardware dedicato alla sicurezza informatica.

AGGIORNAMENTO: Fabio Gasperini, tornato in Italia, ci ha chiesto di aggiornare il pezzo il risultato della sentenza. Dei cinque capi d'accusa che gli erano stati mossi è stato assolto per quattro, i più gravi, mentre è stato condannato a un anno, 100.000 dollari multa e 12 mesi di "supervisioned release" per il reato di effrazione informatica.

Fabio è già tornato in Italia e ha fatto ricorso contro la pena inflittagli, ritenuta troppo severa in quanto la più elevata mai comminata per il reato di cui è stato ritenuto colpevole.