Europa 7 sarà risarcita dallo Stato italiano con 10 milioni

La Corte UE per i diritti umani ha sanzionato lo Stato italiano per la vicenda Europa 7. Il suo diritto di trasmettere è stato leso per 12 anni. Le responsabilità della politica sono lapalissiane.

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a cura di Dario D'Elia

Lo Stato italiano dovrà risarcire con 10 milioni di euro per i dodici anni di abusi subiti da Europa 7. La Corte europea dei diritti umani ha condannato il nostro paese per aver ostacolato la messa in onda dell'emittente, o meglio per aver bloccato l'esercizio del diritto di diffondere informazioni e idee. Lo Stato non ha garantito in questo caso l'accesso al mercato e quindi una differente offerta televisiva e di opinioni. Una vicenda davvero imbarazzante che è iniziata nel 1999, quando Europa 7 ha ottenuto la licenza per trasmettere sull'80% del territorio nazionale con tre frequenze televisive.

In pratica avrebbe dovuto solo attendere il piano frequenze ma il ministero delle comunicazioni decise di lasciar proseguire le trasmissioni analogiche (eccedenti) di Rete 4 e TELE+ Nero. Erano i tempi del primo Governo D'Alema, seguito allo sfiduciato Prodi I. Nessuno si prese la responsabilità di togliere a Mediaset per dare all'editore televisivo Francesco Di Stefano. E così tra forze politiche impotenti e conflitto di interessi siamo giunti a oggi.

Di Stefano di Europa 7

Europa 7 "poteva ragionevolmente aspettarsi di trasmettere entro massimo due anni ma non ha potuto farlo perché le autorità hanno interferito con i suoi legittimi diritti con la continua introduzione di leggi che hanno via via esteso il periodo in cui le televisioni che già trasmettevano potevano mantenere la titolarità di più frequenze", come sottolinea la sentenza.

Di Stefano è riuscito fra mille difficoltà ad accendere la sua TV nel 2009 sfruttando una sola frequenza e oggi vanta un canale HD sul digitale terrestre. Resta il fatto che per 12 anni è stato tenuto fuori dai giochi.

"È una sentenza molto dura nei confronti dell'Italia, che farà giurisprudenza, ma è mancato il coraggio di dare una sanzione importante al nostro Paese", ha commentato Di Stefano. "Anche il fatto che sul risarcimento si sono spaccati i giudici 9 a 8 la dice lunga sugli interessi in campo". L'editore infatti aveva chiesto 2 miliardi di euro e ha ottenuto solo 10 milioni: una cifra che certamente non lo ripaga dei 90 spesi nel tempo e dei mancati introiti.

"La condanna che arriva dalla Corte europea dei diritti umani sul caso Europa 7 è solo la conferma dei danni prodotti da Berlusconi e dal suo governo", ha dichiarato Antonio Di Pietro dell'IDV. La sentenza, per Vincenzo Vita del PD, è un chiaro esempio "del dramma italiano dei media: dalla concentrazione delle frequenze private nelle mani di Mediaset, al conflitto di interessi, agli errori più gravi della legge Gasparri ma anche alle incertezze del centrosinistra".

Vita ha ragione: la responsabilità ricade su tutti. Perché ai tempi del primo Governo D'Alema il ministero delle Poste e Telecomunicazioni era in mano a Antonio Maccanico (UD) ma come Sottosegretari c'erano lo stesso Vita e Michele Lauria (PPI).