Evasione del canone Rai a quota 450 milioni, inizia la caccia

La Corte dei Conti ha domandato alla Rai di tagliare ogni spreco e darsi una mossa contro l'evasione, che ormai ha raggiunto i 450 milioni di euro all'anno.

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a cura di Dario D'Elia

Il canone Rai è evaso dal 26% delle famiglie italiane, quindi bisogna stanare chi non paga per far quadrare i conti. La tesi è della Corte dei Conti che pochi giorni fa ha domandato alla Rai di tagliare ogni spreco e darsi una mossa contro l'evasione – che ha raggiunto quota 450 milioni di euro. C'è tutto scritto nella relazione sulla gestione finanziaria della TV pubblica.

La novità però è che si consiglia di concentrarsi soprattutto su chi non paga il canone speciale, ovvero coloro che detengono apparecchi "in esercizi pubblici, in locali aperti al pubblico o comunque fuori dell'ambito familiare, o che li impiegano a scopo di lucro diretto o indiretto". Insomma, i bar che trasmettono le partite di Calcio; è inutile girarci in torno. Ecco spiegato il tentativo di coinvolgere Sky qualche settimana fa.

La stagione della caccia

Anche in Europa si registra il fenomeno dell'evasione del canone, ma la media è del 19%. C'è chi però contesta la base dati, ovvero ADUC. La nota associazione dei consumatori sostiene che le stime presumono che in tutte le famiglie italiane ci sia un televisore, mentre sempre più spesso fra i più giovani è diffuso l'uso di apparecchi mobili e PC per la fruizione. Se le famiglie italiane sono 22,5 milioni e a pagare sono 16,8, allora sarebbero circa 5,9 milioni i nuclei famigliari evasori.

"Sarebbe più serio chiamarla nuova imposta sull'esistenza della famiglia, allora tutti i nuclei famigliari anagrafici sarebbero obbligati a pagarla a prescindere dal possesso o meno di un apparecchio tv", sottolinea il presidente ADUC Vincenzo Donvito.

Il Ministero dell'Economia rispondendo in Commissione Finanze della Camera all'interrogazione del deputato Filippo Busin (Lega Nord) ha spiegato che nel 2013 l'incasso è stato di 1,7 miliardi euro, mentre nel 2012 il numero di avvisi è giunto a quota 3 milioni e i solleciti a 500mila.

"Nonostante in alcune regioni del Sud il fenomeno sia più marcato, è possibile affermare che è uniformemente diffuso su tutto il territorio nazionale", ha puntualizzato il sottosegretario del MEF, Baretta.