Evviva i concorsi SMS truffaldini, tanto le multe fanno ridere

L'AGCM ha sanzionato T-Plus per una campagna SMS che nascondeva un abbonamento da 5 euro alla settimana. Il problema è che la sanzione di 30mila euro è nettamente inferiore rispetto all'incasso generato con il comportamento truffaldino.

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a cura di Dario D'Elia

L'Antitrust ha comminato un'altra multina all'ennesimo service provider che con la scusa di un quiz SMS ha circuito migliaia di italiani. T-Plus di fatto ha decurtato automaticamente dal credito telefonico dei consumatori, e senza il consenso pienamente consapevole degli stessi, il costo di un servizio in abbonamento da 5 euro alla settimana. L'attivazione avveniva tramite l’invio di un messaggio di risposta al seguente SMS: "Puoi vincere 1000 euro se rispondi ora, chi presenta la prova del cuoco: Clerici o Conti? Invia subito 1 SMS a 4883887 in ABB1ESMS www.quizon.tv".

Tra dicembre 2011 e gennaio 2012 il concorso "Il Vincente" ha mietuto migliaia di vittime. Va bene la possibilità di concorrere al premio finale e la ricezione di suonerie, sfondi e wallpaper, ma le informazioni fornite ai consumatori non sono state considerate sufficienti. Secondo i dati AGCM (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) gli SMS inviati a singole utenze sono stati tra le 100mila e le 500mila unità. Purtroppo il documento ufficiale per questioni di riservatezza commerciale non è molto preciso; resta il fatto che gli abbonati (a spanne) hanno raggiunto quota diecimila.

Concorso!

Il Garante del Mercato sostiene che si sia trattato di "messaggi volti ad agganciare il consumatore e a stabilire con lo stesso un primo contatto al fine di indurlo a compiere una scelta commerciale". Insomma, una sorta di pubblicità che però non informava "correttamente sui meccanismi di attivazione dei servizi del tutto accessori".

In particolare la dicitura "Puoi vincere 1000 euro se rispondi ora" è apparsa finalizzata a spingere il consumatore ad un’attivazione del servizio in abbonamento non pienamente consapevole ed informata.

"La pratica commerciale risulta, in conclusione, aggressiva ai sensi degli artt. 24 e 25 del Codice del Consumo nella misura in cui, tenuto conto di tutte le caratteristiche e circostanze del caso, è idonea a limitare considerevolmente, se non escludere, la libertà di scelta degli utenti mediante l’indebito condizionamento determinato dall’apparente partecipazione a un presunto concorso a premi che cela la fornitura di contenuti multimediali, inducendoli ad assumere una decisione di natura commerciale che non avrebbero altrimenti preso", sottolinea la nota dell'AGCM.

Per tutti questi motivi T.Plus dovrà pagare una sanzione amministrativa pecuniaria di 30.000 euro.

In pratica molto meno di quanto ha probabilmente guadagnato in una settimana di campagna "truffaldina", se si considerano 5 euro per ognuno dei 10mila presunti abbonati.