ExoMars: l'Europa decolla alla conquista di Marte

Partita la missione ExoMars con a bordo tanta tecnologia italiana. Ecco in cosa consiste, quali sono gli obiettivi e quando avremo i primi dati.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Questa mattina alle 10:31 ora italiana l'Europa è partita alla conquista di Marte con la missione ExoMars 2016. Se tutto andrà come previsto il razzo Proton M con il modulo ExoMars alloggiato nel suo stadio superiore raggiungerà il Pianeta Rosso a ottobre di quest'anno.

Il primo segnale da parte della sonda dovrebbe arrivare questa sera intorno alle 22:30, quando avremo conferma che tutto sta andando per il meglio. Per conoscere tutti gli aggiornamenti seguite l'hashtag #Italiavasumarte, che in queste ore sta spopolando.

exomars tgo mars

Chi ha seguito la diretta del decollo sa già che la partenza è avvenuta dal cosmodromo russo di Baikonur, in Kazakistan, lo stesso da cui partono le navicelle Soyuz con gli astronauti che intraprendono la missione sulla ISS. Infatti, si tratta di una missione che vede la collaborazione di Russia (Roscosmos) ed Europa (ESA), compresa l'Agenzia Spaziale Italiana e aziende italiane come Thales Alenia Space di Torino.

L'obiettivo della missione è multiplo: sperimentare il sistema di atterraggio del modulo EDM (Entry Descent landing demonstrator Module, soprannominato Schiaparelli in onore dell'astronomo italiano Giovanni Schiaparelli) con il paracadute e i razzi frenanti. All'interno di EDM sono stati alloggiati una stazione meteo e altri strumenti che vedremo più avanti.

Il secondo scopo è quello di raccogliere informazioni già nella fase di atterraggio su Marte, mediante gli strumenti per lo studio dell'atmosfera marziana che saranno attivati durante la discesa e che invieranno alla Terra i dati raccolti.

Una parte del carico, invece, e in particolare la sonda TGO (Trace Gas Orbiter), resterà in orbita e dovrà agire da ponte radio tra la missione al suolo e il Centro di Controllo a Terra. La sua attività consisterà inoltre nello studio dell'atmosfera e nella mappatura della distribuzione di metano.

Descrivendo la missione i funzionari dell'ESA hanno scritto che "stabilire se la vita sia mai esistita su Marte è una delle più importanti questioni scientifiche del nostro tempo. Per far fronte a questo importante obiettivo l'ESA ha istituito il programma ExoMars, che studierà l'ambiente marziano e testerà le nuove tecnologie che apriranno la strada a una futura missione negli anni 2020".

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Quella finora descritta - decollata stamani - è solo la prima parte della missione ExoMars, che sarà seguita fra due anni dalla seconda parte, nota come ExoMars 2018, e che consisterà nell'invio su Marte di un rover di costruzione europea attrezzato per carotare il suolo marziano, oltre a muoversi sulla superficie come i rover statunitensi Curiosity e Opportunity.