I primati di ExoMars

Partita la missione ExoMars con a bordo tanta tecnologia italiana. Ecco in cosa consiste, quali sono gli obiettivi e quando avremo i primi dati.

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a cura di Elena Re Garbagnati

I primati di ExoMars

Oltre ad essere la prima grande missione congiunta di Europa e Russia, ExoMars ha anche alcune caratteristiche peculiari che la rendono un'iniziativa unica nel suo genere. Prima di tutto finora le numerose missioni di successo su Marte sono consisite nel lancio di un orbiter o un lander. Per la prima volta una missione accorpa entrambi. L'ingresso in orbita del TGO sarà sostanzialmente contemporaneo all'atterraggio del lander Schiaparelli, ed entrambe saranno del tutto automatiche: il centro di controllo a Terra (Mission Control) non avrà modo di intervenire.

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TGO inoltre sfrutterà per la prima volta l'aerobraking (l'aerofrenaggio) per raggiungere l'orbita di destinazione. Non ultimo, il lander Schiaparelli sarà il primo rover nella storia a tentare l'atterraggio su Marte nella stagione delle tempeste di sabbia (conosciuta come Global Dust Storm Season).

La scienza di ExoMars

Se la missione ExoMars andrà come previsto gli scienziati avranno due nuovi esploratori robotici a supporto della ricerca di vita sul Pianeta Rosso. Come accennato il Trace Gas Orbiter (TGO) cercherà elementi chiave nella sottile e polverosa atmosfera di Marte, mentre il lander Schiaparelli servirà come stazione meteorologica di breve durata.

L'obiettivo più importante della missione è quello di testare la tecnologia che verrà messa in campo per far atterrare il rover della seconda parte del programma, fatto apposta per andare a caccia di segni di vita. Questo fine nel frattempo sarà perseguito da TGO e Schiaparelli.

"TGO sarà come un grande naso nello Spazio" ha spiegato lo scienziato Jorge Vago del programma ExoMars. In effetti l'orbiter dovrebbe "annusare" l'atmosfera del pianeta rosso per cinque anni, durante i quali misurerà i gas, come il metano, che potrebbe contenete indizi sul fatto che la vita sia mai esistita, o esista tuttora, su Marte.

Come noto la maggior parte del metano nell'atmosfera terrestre proviene da fonti biologiche, per questo si cercano segni di presenza di metano su Marte. Gli scienziati tuttavia hanno puntualizzato che il gas non è un indicatore sicuro di vita aliena; è possibile che possa essere prodotto da forme di vita semplici come i microbi, ma anche che provenga da reazioni geologiche e dall'attività vulcanica.

Uno dei modi per misurare la quantità di metano nell'atmosfera marziana è usare uno spettrometro. E proprio due dei quattro strumenti a bordo di TGO sono dotati di spettrometri: il NOMAD (Nadir and Occultation for MArs Discovery) di fabbricazione belga, e l'Atmospheric Chemistry Suite (ACS) russo.