Facebook: 38.000 account ceduti ai governi del mondo

Nella prima metà del 2013 Facebook ha passato alle autorità i dati di 38.000 persone.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Facebook ha concesso ai governi del mondo i dati di circa 38.000 utenti, dopo aver ricevuto e vagliato richieste ufficiali dalle varie autorità nazionali - Italia compresa. L'informazione è al centro del primo report pubblicato dall'azienda sull'argomento, che vuole essere un nuovo strumento per accrescere la trasparenza.

Il documento riguarda i primi sei mesi del 2013, e probabilmente Facebook l'ha pubblicato anche per attenuare la tensione nata intorno allo scandalo PRISM. L'azienda, insieme a Google, Microsoft, Apple e Yahoo è stata infatti accusata di aver collaborato allo spionaggio globale messo in piedi dalla NSA (National Security Agency, USA).

In cima alla lista ci sono gli Stati Uniti, che hanno fatto tra le 11.000 e le 12.000 richieste (20.000-21.000 persone). Facebook ha ceduto i dati nel 70% dei casi. Seguono il Regno Unito (1975 richieste, 2337 account, 68% di risposte), l'India (3.245, 4.144, 50%), la Francia (1.547, 1.598, 39%), la Germania (1.886, 2.068, 37%) e l'Italia, con 1.705 richieste per un totale di 2.306 account; Facebook ha consegnato i dati alle nostre autorità nel 53% dei casi. Singolare poi il caso dell'Islanda, che ha ottenuto il 100%, ma ha fatto una sola richiesta, per un singolo account.

Facebook ha delle politiche precise su come rispondere alle richieste da parte delle forze dell'ordine, ma il report non ci dice le ragioni per cui vengono attivate le indagini. Dalla cronaca sappiamo che i reati su cui s'indaga più spesso sono l'abuso di minori, la violenza domestica e la pornografica infantile, ma non mancano il traffico di droga, di armi e il furto. E, per fortuna, s'indaga sempre più spesso su chi in qualche modo si rende colpevole di cyberbullismo, o chi istiga all'odio e alla violenza.

Tutti casi nei quali, crediamo, nessuno avrà nulla da ridire se Facebook collabora con la Polizia Postale. Il fatto è che non lo sappiamo, e per questo Facebook, come Google, Microsoft e altro, sta facendo pressioni su Washington affinché sia legalmente possibile divulgare più dettagli su queste richieste.

La percentuale di richieste soddisfatte, in ogni caso, lascia credere che Facebook faccia il possibile per non cedere i dati dei propri utenti. "Ostacoliamo molte di queste richieste, e le mandiamo indietro se rileviamo mancanze dal punto di vista legale" si legge sul comunicato dell'azienda. "Spesso condividiamo solo le informazioni basilari dell'utente, come il nome". A questo proposito, vale la pena di notare che ci sono alcuni paesi che non hanno ottenuto nulla da Facebook, con un totale di zero richieste soddisfatte.