Il Garante della Privacy ha chiuso nell'angolo Facebook: d'ora in poi tutti i dati che riguardano il singolo utente dovranno essere forniti nella massima trasparenza. Si parla di informazioni personali, fotografie, post e anche il materiale condiviso da account fake – da bloccare ai fini di un'eventuale intervento da parte della magistratura.
Insomma, il Garante si è pronunciato duramente e ha chiesto anche che il colosso dei social fornisca all'iscritto "in modo chiaro e comprensibile, informazioni anche sulle finalità, le modalità e la logica del trattamento dei dati, i soggetti cui sono stati comunicati o che possano venirne a conoscenza".
E dire che tutto era iniziato a causa di una denuncia da parte di utente Facebook che lamentava di "essere stato vittima di minacce, tentativi di estorsione, sostituzione di persona da parte di un altro utente". L'estorsore dopo aver chiesto e ottenuto la sua "amicizia", avrebbe inizialmente intrattenuto una corrispondenza confidenziale, poi sfociata nei tentativi di reato.
"Il ricorrente sosteneva, inoltre, che il 'nuovo amico' - visto il suo rifiuto di sottostare alle richieste di denaro - avrebbe creato un falso account, utilizzando i suoi dati personali e la fotografia postata sul suo profilo, dal quale avrebbe inviato a tutti i contatti Facebook dell'interessato fotomontaggi di fotografie e video gravemente lesivi dell'onore e del decoro oltre che della sua immagine pubblica e privata", si legge nella nota del Garante. "L'interessato chiedeva quindi la cancellazione e il blocco del falso account, nonché la comunicazione dei suoi dati in forma chiara, anche di quelli presenti nel fake".
Facebook ai tempi non era stata d'aiuto e così l'unica possibilità è stata quella di rivolgersi al Garante. Oggi l'istituzione presieduta da Antonello Soro ha accolto le tesi del ricorrente e ordinato a Facebook di comunicare all'interessato tutte le informazioni richieste entro un termine preciso.
"L'Autorità non ha invece ritenuto opportuno ordinare alla società la cancellazione delle informazioni, poiché esse potrebbero essere valutabili in sede di accertamento di possibili reati. Ha di conseguenza imposto all'azienda di Menlo Park di non effettuare alcun ulteriore trattamento dei dati del ricorrente e di conservare quelli finora trattati ai fini della eventuale acquisizione da parte dell'autorità giudiziaria", conclude la nota.